venerdì 18 gennaio 2013

Il Libro dei Desideri

Il Libro dei Desideri
7 regole d'oro per trasformare i sogni in realtà
Voto medio su 10 recensioni: Da non perdere

Il manuale della strega

Il Manuale della StregaVoto medio su 5 recensioni: Da non perdere
Vi serve aiuto per incontrare un nuovo amore, liberarvi di un capo antipatico, vincere lo stress o semplicemente per trovare parcheggio? Ne "Il Manuale della Strega" troverete tutti gli incantesimi, i sortilegi, le pozioni e le formule magiche che fanno al caso vostro. Basata sulla filosofia della Wicca, questa guida pratica presenta incantesimi semplici ed efficaci basati su ingredienti comuni e oggetti di uso quotidiano...

Biscotti alle noci


Ingredienti per 4 persone:
120 g di burro, 50 g di zucchero vanigliato, 150 g di farina più quella necessaria per infarinare, 3 cucchiai di nocino (liquore alle noci), 300 g di noci, 100 g di zucchero.

Preparazione:
in una ciotola lavorare 100 g di burro con lo zucchero vanigliato; unite poco alla volta la farina e un cucchiaio di liquore alle noci; lavorate il tutto fino ad ottenere una pasta consistente e omogenea. Sgusciate le noci, immergetele in un po’ di acqua calda per spellarle meglio, tritatele e mettetele in una ciotolina; unite lo zucchero, due cucchiai di liquore alle noci e mescolate bene il tutto. Prendete degli stampini da forno, imburrateli e infarinateli leggermente; riempiteli per metà con la pasta preparata per prima, premendola bene sul fondo; quindi colmateli con l’impasto di noci e fateli cuocere in forno caldo, a 180°, per 15-20 minuti. Sformate e servite. Se volete, potete guarnire ogni dolcetto con un gheriglio di noce. 

Fuochi d'artificio











Let's Play Just Dance 4: Livin' La Vida Loca w/ JillALPHAteam

Let's Play Just Dance 4: Ops I Did It Again w/ JillALPHAteam

La legge del potere


La legge del potere scritta da Scott Cunningham regola l’utilizzo del potere magico nelle pratiche neopagane della wicca.

 

1) Il Potere non sarà usato per provocare danni, ferire o controllare gli altri. Ma se dovesse presentarsi la necessità il potere sarà usato per proteggere la nostra vita o le vite di altri.
2) Il Potere si usa solo per come indica la necessità.
3) Il Potere può essere usato a vostro vantaggio, finché facendo questo non danneggiate altre persone.
4) Non è saggio accettare denaro per l’uso del Potere, perché esso controlla velocemente chi lo riceve.
5) Non usate il potere per trarne orgoglio, perché questo svilisce i misteri della Wicca e della Magia.
6) Ricordate sempre che il Potere è il dono sacro della Dea e del Dio e non dovrebbe mai essere usato male o abusato.

Pentacolo


Cerchio che include la stella a 5 punte, rappresentazione stessa della magia non avendo fine e senza inizio, rappresenta l’infinito e l’eternità. Il pentagramma è uno dei simboli caratteristici delle streghe, e della Wicca. Forme più semplici della stella a cinque punte potranno essere portate come segno della vostra fede, appese al collo come un monile, in qualsiasi materiale, meglio se d’argento che è il metallo sacro alla luna o d’oro.
IMPORTANTE: badate che la punta del pentagramma sia rivolta sempre verso l’alto. Le cinque punte corrispondono ai 4 elementi Aria, Acqua, Fuoco e Terra, la punta superiore corrisponde allo "Spirito". La punta più alta è lo spirito, la punta a destra in alto rappresenta l'Acqua, la punta a sinistra in alto l'aria quella in basso a destra il fuoco e quella in basso a sinistra la terra. Nei rituali agli elementi vengono assegnati i punti cardinali:
Terra: Nord
Aria: Est
Acqua: Ovest
Fuoco: Sud
Spirito: Centro


Nella Wicca il pentagramma rappresenta anche la posizione per pregare, invocare gli dei, infatti, le punte coincidono con le parti del corpo, la punta in alto con la testa, le due punte in alto con le braccia e le due punte in basso con le gambe.


Gli antichi Druidi usavano il pentacolo come sacro simbolo di Luce. I Celti credevano invece che le cinque punte rappresentassero i cinque doni che gli dei avevano loro fatto per poter governare la terra .
I simboli sono: Lia Fail - la pietra del destino; la spada invincibile di Lugh di Gorias; la lancia magica delle terre di Finias; il Calderone di Dagda (Ceridwen) di Murias; e la magia di Mannan, dio del mare che abitava l'isola di Man.

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giovedì 17 gennaio 2013

Flowers


PAESAGGIO DELLA VALLE DELL’ARNO


Paesaggio della Valle dell’Arno
1473, Tecnica mista su carta, 19,5x28,5 cm.
Firenze, Uffizi, Gabinetto dei disegni e delle stampe.

Il foglio è di importanza considerevole: è il primo documento incontestato della attività dell’artista. La scritta è speculare, secondo il suo uso, e la scrittura non è umanistico-corsiva, ma mercantesca.
Non è data informazione del luogo, riferibile certamente alla Valle dell’Arno.

Prospettiva aerea
Leonardo si riallaccia alle esperienze della prospettiva geometrico-lineare della tradizione fiorentina, specialmente per le architetture e per il paesaggio urbanizzato, ma sviluppa una nuova prospettiva aerea per il paesaggio naturale, come quella propria per la pittura nordica, che tiene conto delle gradazioni di colore e della luce, determinate dalla profondità spaziale. L’occhio di chi guarda si sposta all’interno della rappresentazione e coglie anche certe variazioni che il mezzo atmosferico produce nella realtà. Non c’è per lui visione di oggetti o di paesaggi che non tenga conto della presenza dell’atmosfera e delle variazioni della luce, che si intensifica e diminuisce con paesaggi che conferiscono plasticità agli oggetti e creano lontananze. Piuttosto che a costruire prospettive, il grande artista mira a creare illusioni prospettiche.



Paesaggio della Valle dell’Arno

Poco più che ventenne, da poco immatricolato come pittore, Leonardo continua a frequentare la bottega del Verrocchio, come dimostra il suo impegno nella stesura del Battesimo di Cristo (1473-1476). Proprio la rappresentazione del paesaggio (si veda quello dipinto sopra i due angeli del Battesimo) doveva essere stata argomento di discussione tra gli artisti che frequentavano la bottega, tra i quali Sandro Botticelli. In questo disegno del 1473 Leonardo studia la rappresentazione di un paesaggio fluviale con poggi rocciosi in primo piano e campi aperti in lontananza. Dal poggio rappresentato in basso a destra l’occhio corre verso l’alto dove le rocce si dispongono in semicerchio, coperte di alberi e cespugli; torniamo poi giù con il tuffo della cascata, le cui acque si gettano nell’ansa del fiume che prosegue il suo corso, sovrastato a sinistra da un picco roccioso su cui si erge un castello. Qui la vista si proietta in una nuova direzione, più lontana, secondo le linee indicate dalle divisioni dei campi che ci guidano, alcune decisamente a sinistra, altre più verso il centro. In lontananza, sulla destra, l’orizzonte si chiude su varie colline tracciate con segno leggero.

RAMESSE II


Potente faraone, Ramesse II regnò sull’Egitto per 67 anni ed estese in modo significativo i confini dell’antico regno. Infaticabile costruttore, egli edificò più templi, monumenti e statue di qualsiasi altro re egizio.

1.       Ramesse II salì al potere intorno al 1292 aC, e fu il terzo faraone della XIX dinastia.
2.     Figlio del faraone Seti I e della regina Tuya, affermò che il suo vero padre era il dio Amon.
3.     Il suo nome significava “nato da Ra, amato da Amon”.
4.     Volle immortalare la sua vittoria sugli Ittiti rappresentandola sui templi più importanti.

In grande

Infaticabile costruttore, Ramesse faceva le cose in grande, come si vede nel più famoso dei suoi templi, Abu Simbel, che edificò dopo aver sconfitto l’esercito nubiano.
Contrariamente alle abitudini del tempo, Ramesse dedicò Abu Simbel più a se stesso che agli dei. Scavato nella parete di roccia, la facciata del tempio è adornata da quattro monumentali statue del faraone.
La regina Nefertari fu una delle quattro “grandi mogli reali” di Ramesse e la sua favorita; ebbe anche una quantità di mogli minori e almeno un centinaio di figli. Il suo cuore, però, doveva appartenere a Nefertari, poiché le fece costruire uno dei templi sepolcrali più belli della storia, nella Valle delle Regine a Luxor.
La vittoria di Ramesse sugli Ittiti fu incerta e il re egizio non riuscì mai a sottometterne definitivamente il regno, situato in Anatolia (odierna Turchia). Per porre fine al conflitto, Ramesse e il re ittita firmarono un accordo, considerato tra i più antichi trattati di pace. Per maggiore tranquillità, Ramesse sposò anche due principesse ittite.

La scoperta della mummia
L’ultimo luogo di sepoltura di Ramesse fu una grotta a Dier EL Bahri. Nel 1881, un pastore alla ricerca di un capo smarrito incappò nei corpi mummificati di 50 faraoni, tra cui quello di Ramesse. Probabilmente i sacerdoti avevano nascosto le mummie 2000 anni prima per sottrarle ai tombaroli.
La mummia di Ramesse è custodita al Museo del Cairo.

Scritto da Andromeda

CONFUCIO


La concezione etica dell’uomo elaborata da questo grande saggio cinese divenne il fondamento della società in Cina, Giappone e Corea per oltre 2000 anni.
Confucio era di famiglia aristocratica e visse dal 551 a 479 aC.
Egli sosteneva che alla base dei rapporti umani vi dovessero essere valori profondi.
Le opere di Confucio vennero conosciute in Europa a partire dal XVII sec.
Il suo famoso I Ching era un manuale per predire il futuro.

Un grande pensatore

Secondo Confucio la società stava cambiando in peggio e le vecchie tradizioni, basati su sani principi, stavano scomparendo. Egli ricopriva cariche pubbliche, ma a 50 anni le abbandonò per l’indifferenza dei superiori verso i suoi precetti. Da allora si dedicò all’insegnamento itinerante, cercando di spingere i vari governanti locali a mettere in pratica i suoi principi, generalmente senza molto successo.

Gentiluomo istruito, Confucio non era propriamente religioso. Egli credeva nel culto degli antenati e in un principio guida del Cielo. Secondo Confucio, l’armonia della società dipende dall’esistenza di forti relazioni familiari e dalla fiducia negli altri. Senza questo il mondo sarebbe destinato alla barbarie.
L’istruzione è fondamentale per il confucianesimo…

“Colui che studia, ma non pensa, è perduto!
Colui che pensa, ma non studia, è in grande pericolo.”

Eredità duratura

Confucio lasciò cinque testi classici basati sulle tradizioni culturali di una presunta età dell’oro. Diversi discepoli scrissero le sue parole sagge. All’epoca della dinastia Han (206 aC – 220 dC), le sue idee furono alla base dell’educazione e del comportamento cinese.
Il Confucianesimo, così come lo conosciamo, durò oltre 2000 anni, fino all’avvento del comunismo nel XX sec.

Scritto da Andromeda

SOCRATE


Nei suoi Dialoghi, Platone fu il primo a descrivere il metodo d’indagine filosofica attribuito a Socrate. Con i suoi dialoghi sui concetti morali fondamentali, Socrate fu il padre della filosofia morale occidentale.
Nell’ Apologia, scritta da Platone, Socrate afferma di non sapere, e che l’unica verità è quella di non conoscere nessuna verità.
Al processo di Socrate, i 500 giudici si espressero con 280 voti di condanna e 220 voti per l’innocenza.
Secondo la legge ateniese, Socrate fu condannato a bere un bicchiere di cicuta.

I principi socratici

Di origine ateniese, Socrate disdegnava il perseguimento della ricchezza materiale e incoraggiava gli individui nella ricerca della perfezione interiore. Credeva fermamente nell’amicizia e nella comunità autentica, quali fattori di coesione sociale. Insieme a Platone e Aristotele fu una delle figure più influenti della filosofia greca, sebbene non abbia fondato una scuola e lasciato degli scritti. Durante il servizio militare, Socrate si distinse brillantemente nella guerra del Peloponneso.

Il metodo socratico consiste nel mettere in discussione i principi dati per certi. I politici del tempo non lo amavano in quanto faceva notare le debolezze del governo e sfidava il sapere di coloro che si definivano saggi.

I numerosi nemici di Socrate lo accusarono di empietà e di corrompere, con la sua dottrina, i giovani. Fu condannato a morte e, nonostante avesse avuto la possibilità di fuggire all’estero, accettò la morte per avvelenamento pur di non tradire i suoi principi.

Il profilo

1.       Nacque ad Atene intorno al 469 aC.
2.     Morì nel 399 aC, condannato a bere un bicchiere di cicuta.
3.     Fondò la scuola socratica ma senza discepoli ufficiali.
4.     Si interessò di etica ed epistemologia (indagine sul sapere umano).
5.     Fu influenzato da Anassagora, Diotima, Parmenide e Prodico.
6.     A sua volta influenzò il pensiero di Platone, quello di Aristotele e tutta la filosofia occidentale.

Autodifesa
Dal punto di vista politico, morale ed intellettuale, Socrate non era in linea con la maggior parte dei suoi concittadini. Durante il processo, adottò l’”elenchos” (confutazione) per mettere in discussione il valore morale dei suoi giudici.
Scritto da Andromeda

mercoledì 16 gennaio 2013

Psychedelic








Feline


Anjana


Racconta una leggenda cantabrica che un cacciatore, irritato perché col suo fucile non riusciva a colpire nessun uccello del bosco, cominciò a sparare in modo indiscriminato contro tutto ciò che si muoveva. Tra un colpo e l’altro, una lepre gli passò veloce tra le gambe e senza pensarci, il cacciatore le sparò, ma non la colpì. La lepre si trasformò in una bella donna vestita di bianco che lo guardava sorridente. Il cacciatore si sentì attratto dalla ragazza e le si avvicinò, ma lei non si mosse. Il cacciatore, pensando che la donna lo desiderasse come lui desiderava lei, l’abbracciò e cominciò a baciarla. La ragazza restò immobile. Il cacciatore sentì un forte calore che gli consumava il corpo. Aprì gli occhi e vide che la giovane era sparita. Un’enorme fiamma gli ardeva tra le braccia. Correndo come se avesse il diavolo in corpo, attraversò il bosco cercando un ruscello per bagnare le sue ferite.
La camicia ardeva ustionandogli le braccia.

Flowers


martedì 15 gennaio 2013

Gnomi


Nella maggior parte delle fiabe del mondo sono presenti gli Gnomi, anche i cartoni animati sono ricchi di queste creature, chi può dimenticare il bellissimo cartone “David gnomo”.
Gli Gnomi sono gli spiriti che presiedono l’elemento Terra, hanno origine nordica e presentano varie caratteristiche: sono alti poco più del palmo di una mano, sono quindi molto piccoli, tozzi e vivono moltissimi anni, per questo vengono rappresentati con la barba bianca e lunga; caratterialmente sono simpatici e socievoli, anche se diffidano dell’uomo, allegri e silenziosi, tendono a vivere isolati in miniere, grotte cristalline, caverne, tane di animali e tronchi d’albero.
Sono i guardiani del Regno Minerale, si occupano di quanto avviene sotto la superficie della crosta terrestre e presiedono sia ai fenomeni di formazione di rocce, minerali, metalli e pietre preziose, sia ai processi di soluzione dei sali che, tramite l'acqua, costituiranno il nutrimento delle piante; inoltre, sono dotati di un grande senso pratico! Collaborano con loro le Fate, le quali si occupano del Regno Vegetale in superficie, nutrendo e sorvegliando la crescita e lo sviluppo della flora.
Gli Gnomi sono profondi conoscitori della divinazione, delle virtù delle erbe e della medicina con esse, per questo le leggende narrano che gli animali dei boschi si rivolgano a loro per ricevere cure adeguate ai loro problemi.
Essendo dotati di una sapienza superiore a quella degli uomini, essi, sono ottimi scopritori di tesori, miniere ricce di oro, argento e pietre preziose, se lo vogliono a volte aiutano gli umani a trovare preziosità nascoste, a coltivare con amore e successo il giardino e a comunicare con gli animali; ciò succede molto raramente, perché essi tendono ad avvicinarsi solo a persone dal cuore puro e purtroppo, di queste ce ne sono molto poche!
Se invocati ci aiutano a trasformare i progetti in realtà, il momento migliore è il la sera, quando si è fatto già un po’ buio, rivolgendosi verso nord e portando con sé un dono per loro.
Si narra che vicino ad ogni casa vi sia una famiglia o gruppi di Gnomi che la proteggono, essi scacciano gli spiriti cattivi, ci aiutano nei momenti di difficoltà e ci sussurrano nel sonno le soluzioni ai nostri problemi.
Se si vuole sapere se queste meravigliose creature dimorano vicino alla propria abitazione, bisogno alla sera lasciare sugli scalini o davanti all’ingresso un dono per loro, come: un biscotto, una pietra particolare, una conchiglia… Se apprezzeranno il gesto alla mattina troverete qualcosa che vi hanno lasciato in cambio.

Basilisco


Questa creatura ha corpo e testa di gallo, sormontata da una cresta squamosa rossa che somiglia ad una corona, possiede inoltre grandi ali spinose e coda di serpente.
Il basilisco nasce dall’uovo di un vecchio gallo di sette o quattordici anni, deposto sul letame e covato da un rospo o da una rana.


Il suo sguardo incenerisce, secca le piante e contamina le acque, il suo contatto e anche il suo alito uccide gli arboscelli, brucia l’erba da tanto è velenoso.
Può essere ucciso mettendolo davanti ad uno specchio sul quale può vedersi riflesso, inoltre questo essere ha due nemici mortali le donnole, che però morivano sempre anche se riuscivano ad ucciderlo, ed i galli, il cui canto gli era letale.
Secondo alcuni miti il basilisco nasce dal sangue di Medusa, decapitata da Perseo, che cadde sulla terra di Libia. Ha poteri simili a quelli della gorgone della mitologia greca.
Il Basilisco è l’essere favoloso del mondo dei serpenti, un rettile leggendario carico di significati simbolici. Nel corso dei secoli il basilisco, che significa "piccolo re", si modifica fino alla bruttezza e all’orrore, e adesso se ne sta perdendo il ricordo.  Scrive Plinio: "E’ un drago che ha sulla testa una corona d’oro, grandi ali spinose, una coda di serpente, che termina con la testa di un gallo. Il suo fiato avvizzisce la frutta. Il suo sputo brucia e corrode. Il suo sguardo spacca le pietre. L’odore della donnola lo uccide.
Altra arma contro di lui è lo specchio: il basilisco è fulminato dalla sua propria immagine. E’ l’idea del maligno che lo morde". Il basilisco, sempre secondo Plinio che ne ha parlato a lungo è un serpente lungo solo dodici dita che ha una macchia bianca sulla testa, a forma di diadema.
"Il suo sibilo fa fuggire i serpenti: non striscia sinuosamente come gli altri rettili, ma avanza, col corpo eretto a metà.” Per Pietro il Piccardo, che scrisse nel medioevo, il basilisco non poteva essere altri che il diavolo, e così la pensava la maggior parte degli scrittori del suo tempo.
In molte cattedrali romaniche e gotiche, esso sta a rappresentare alternativamente il diavolo e il peccato.
In Italia centrale, tra la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio, è diffusa nelle campagne la tradizione del "Serpente Regolo", anch'esso "piccolo re", serpente pernicioso e vendicativo, dalla testa grande come quella di un bambino, abitante fossi, campi, rovine e foreste.

Pinwheel



Blue road


DUCK


Collage-Macaone


Kisses...


ASTEROIDEA





lunedì 14 gennaio 2013

Tisana per la concentrazione


Ingredienti:
10 g di semi di anice, 35 g di fiori di arancio, 5 g di radice di valeriana.

Versate sulla miscela di erbe 1 L di acqua bollente e lasciate riposare per circa 10 minuti, poi filtrate.
Bevete 50 cl di infuso nell'arco della giornata, in 3-4 dosi.
Se vi serve concentrazione per qualcosa in particolare, bevetene mezz'ora prima in modo che possa fare effetto.

Quelle come me...


Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Quelle come me inseguono un sogno…
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima…
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime…
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole…
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano innosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero…
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…
Alda Merini

ATAHUALPA


Francisco Pizarro affrontò 6 milioni di persone dell’Impero di Atahualpa con meno di 200 uomini e qualche cavallo. Nonostante l’enorme sproporzione numerica, la superiorità delle armi spagnole ebbe la meglio: fu la fine dell’Impero Inca.

1.       Francisco Pizarro, illegittimo e abbandonato alla nascita intorno al 1471, era legato a Hernan Cortes, il conquistador spagnolo del Messico.
2.     L’imperatore inca Huayna Capac morì probabilmente di vaiolo, una malattia europea.
3.     Gli spagnoli anelavano all’oro ma per gli Incas, che non usavano moneta, era per lo più un materiale decorativo.


L’ultimo imperatore

Atahualpa (1502-1533 ca.) fu l’ultimo sovrano dell’Impero Inca. Quando il padre Huayna Capac, e il fratello maggiore morirono improvvisamente nel 1527, il fratellastro Huascar ereditò gran parte del dominio peruviano. Atahualpa ricevette Quito (l’odierna capitale dell’Ecuador) a nord e comandò la maggior parte dell’esercito del padre. Con la guerra civile, Atahualpa conquistò l’intero regno.
Nel 1532 Atahualpa, accompagnato da alcuni soldati disarmati, incontrò l’astuto Pizarro a Catajamarca. Il cappellano di Pizarro gli diede il benvenuto e tramite un interprete gli disse che doveva convertirsi al Cristianesimo e sottomettersi a Carlo V di Spagna. L’orgoglioso rifiuto di Atahualpa scatenò un feroce massacro: le sue guardie e i suoi portantini furono uccisi e Atahualpa divenne prigioniero di Pizarro.
Tale sconfitta inaspettata fu dovuta senza dubbio all’irremovibile fiducia che Atahualpa aveva posto nel fondamento divino del suo potere. Nei mesi successivi ordinò la consegna di ingenti quantità di oro agli Spagnoli, ma nessun riscatto gli assicurò la libertà.

La condanna a morte

Gli Incas obbedirono agli ordini di Atahualpa (in realtà di Pizarro) durante la sua prigionia. Dichiarato colpevole della morte del fratellastro, Atahualpa fu condannato al rogo, una fine orribile per un Inca che credeva che la distruzione del corpo avrebbe negato all’anima la vita eterna. Se Atahualpa si fosse convertito, Pizarro avrebbe mutato la condanna. Battezzato Juan Santos Atahualpa, fu giustiziato con la garrota.

Scritto da Andromeda

SERSE DI PERSIA


Serse I (519-465 aC) era figlio di Dario I, e regnò durante la Seconda Guerra Persiana. Serse viene ricordato per le sconfitte che gli furono inflitte dall’esercito greco a Salamina, Platea e Micale.

1.       Lo storico greco Erodoto riferisce che Serse, infuriato perché il mare in tempesta gli impedì di invadere la Grecia, lo punì con 300 frustate.
2.     La sconfitta di Serse contro i Greci segnò il declino della sua dinastia e accrebbe il prestigio delle città-stato greche.
3.     Dopo che fu ucciso dal capitano della sua guardia, gli succedette il figlio Artaserse.

Una vendetta mancata

Serse era governatore di Babilonia e dovette reprimere le rivolte in Egitto prima di salire al trono di Persia nel 486 aC. Il suo scopo era di vendicare la sconfitta subita dal padre Dario I dai Greci nella battaglia di Maratona (490 aC) e spese i primi tre anni di governo raccogliendo navi e truppe. Mentre la flotta navigava verso l’Attica, l’esercito attraversò l’Ellesponto su un ponte di navi, penetrando in territorio greco. Leonida, re di Sparta, lo aspettava al passo delle Termopili, valico obbligato, con 10.000 uomini. Ma con l’aiuto di un traditore, che li guidò attraverso un sentiero di montagna, i Persiani riuscirono a invadere e saccheggiare Atene.
Dopo la caduta di Atene, i comandanti greci volevano ritirarsi a sud. Temistocle, comandante della flotta ateniese, indusse però Serse ad affrontarlo nella baia di Salamina, uno stretto braccio di mare dove la superiorità numerica della flotta persiana era inutile. La sconfitta fu schiacciante. Serse tornò in Asia lasciando il comando al generale Mardonio. Nel 479 aC Mardonio venne ucciso nella battaglia di Platea mentre l’esercito persiano veniva sconfitto nella battaglia di Micale.

Una debole difesa

Dopo la battaglia di Platea, gli scontri navali continuarono. I Persiani collezionarono una serie di sconfitte, finché furono definitivamente cacciati. Serse non prese parte a queste battaglie e si ritirò a Susa, dove fu assassinato nel 465 aC, forse su ordine del figlio, che aspirava al trono.
Leonida, re di Sparta (540-480 aC ca), sconfisse Serse e i Persiani.

Scritto da Andromeda

CLEOPATRA


La sua vita e la sua storia l’hanno resa una leggenda; la famosa regina d’Egitto fu una figura carismatica, mossa dal forte desiderio di preservare il suo impero.

1.       Cleopatra VII (69-30aC), ultimo membro della dinastia dei Tolomei, fu l’ultima regina d’Egitto.
2.     Lo storico Plutarco scrisse che incantava per le sue parole più che per la sua bellezza.
3.     La sua relazione con Marco Antonio, triumviro romano, provocò la guerra tra Egitto e Roma.
4.     Dopo la sconfitta, si suicidarono entrambi. Lei morì facendosi mordere da un aspide.

L’ultima regina

Eletta regina d’Egitto nel 51 aC, Cleopatra successe al padre Tolomeo XII Aulete. Regnò insieme al fratello Tolomeo XIII, quando aveva soli 12 anni, che divenne suo marito secondo la tradizione egizia.
Dotta e intelligente, Cleopatra si guadagnò la fiducia del suo popolo grazie ai sacerdoti e all’osservanza della religione. Più tardi, il fratello Tolomeo tentò di deporre Cleopatra e di costringerla a lasciare Alessandria. In questi anni la dinastia godeva dell’appoggio romano: Giulio Cesare giunse per porre rimedio alla situazione politica confusa.
Divenuta amante di Cesare, Cleopatra ebbe in pugno l’uomo più potente dell’Impero Romano. Cesare combatté contro le forze di Tolomeo e organizzò il ritorno di Cleopatra sul trono. La relazione tra Cesare e Cleopatra, dalla quale nacque un figlio, Cesarione, durò fino alla morte di Cesare per assassinio nel 44aC.poi Cleopatra si legò a Marco Antonio, il quale ripudiò la moglie romana e offrì, a Cleopatra e ai suoi figli, alcuni possedimenti dell’Impero. Roma, guidata da Ottaviano, dichiarò guerra all’Egitto e lo sconfisse nella celebre battaglia di Azio.

I Tolomei

1.       Il capostipite fu greco, uno dei generali di Alessandro Magno.
2.     Tutti adottarono usi e costumi egizi.
3.     Si sposavano tra loro per mantenere il potere.
4.     Tolomeo XV Cesarione fu ucciso dopo la morte della madre Cleopatra.

Regina e Icona

Considerata una grande regina e guida divina del popolo egizio, dopo due millenni Cleopatra è ancora considerata una personalità affascinante. Pittori e artisti l’hanno rappresentata nelle loro opere, Shakespeare l’ha resa immortale e il film Cleopatra del 1963 con Elizabeth Taylor e Richard Burton le ha reso grande omaggio.

Scritto da Andromeda

HATSHEPSUT


Prima donna ad avere un forte potere, Hatshcepsut governò l’Antico Egitto in un periodo di prosperità. Volendo essere rappresentata come un re, è spesso raffigurata con la tradizionale barba finta. 

1.       Hatscepsut governò per 22 anni, dal 1504 al 1482 aC circa.
2.     Dapprima reggente al trono del figliastro, riuscì a prendere il controllo del potere.
3.     Il suo tempio funerario nei pressi dell’antica  Tebe era detto “la meraviglia delle meraviglie”.
4.     Obesa, diabetica e malata di cancro, la regina Hatshcepsut morì a 50 anni.

La donna re

In un’epoca di intrighi politici, Hatscepsut riuscì a dimostrare che il padre, Thutmoset, l’aveva nominata sua discendente. Dopo la morte del marito, suo fratellastro, salì al trono il figlio di lui Thutmose II, con Hatscepsut reggente.
La conquista del potere fu graduale. Hatscepsut iniziò compiendo azioni permesse solo ai faraoni, come fare offerte agli dei e costruire obelischi. Si proclamava discendente del dio Amon. Nei dipinti e nelle sculture era rappresentata con fattezze maschili.
Hatscepsut portò pace e prosperità all’Egitto, costruendo monumenti, incoraggiando le esplorazioni e ristabilendo l’influenza egizia nei paesi stranieri. Dopo la sua morte, il successore Thutmose III cercò di cancellarne la memoria, probabilmente per negare l’interruzione della discendenza faraonica maschile. Il suo nome fu cancellato dai muri dei templi e le sue statue abbattute. La collocazione della sua mummia restò un mistero per oltre 3500 anni.

Un grande enigma

1.       Nel 1902 fu trovata la tomba di Hatscepsut, ma si scoprì che il sarcofago era vuoto.
2.     La mummia della sua balia, rimasta a lungo senza identità, giaceva nella tomba sottostante.
3.     Cento anni dopo, le due mummie furono sottoposte a TAC presso il Museo del Cairo.
4.     Un dente trovato con gli organi di Hatscepsut apparteneva al corpo della balia.
5.     I due corpi erano stati confusi: quello della balia era in realtà di Hatscepsut.

Il corpo mummificato di Hatscepsut rivelò i suoi segreti quando fu sottoposto ad autopsia nel 2007.

Scritto da Andromeda