7 regole d'oro per trasformare i sogni in realtà |
venerdì 18 gennaio 2013
Il manuale della strega
Biscotti alle noci
Ingredienti
per 4 persone:
Preparazione:
in una
ciotola lavorare 100 g
di burro con lo zucchero vanigliato; unite poco alla volta la farina e un
cucchiaio di liquore alle noci; lavorate il tutto fino ad ottenere una pasta
consistente e omogenea. Sgusciate le noci, immergetele in un po’ di acqua calda
per spellarle meglio, tritatele e mettetele in una ciotolina; unite lo
zucchero, due cucchiai di liquore alle noci e mescolate bene il tutto. Prendete
degli stampini da forno, imburrateli e infarinateli leggermente; riempiteli per
metà con la pasta preparata per prima, premendola bene sul fondo; quindi
colmateli con l’impasto di noci e fateli cuocere in forno caldo, a 180°, per
15-20 minuti. Sformate e servite. Se volete, potete guarnire ogni dolcetto con
un gheriglio di noce.
La legge del potere
La legge del potere scritta da
Scott Cunningham regola l’utilizzo del potere magico nelle pratiche neopagane
della wicca.
1) Il Potere non sarà usato per provocare danni, ferire o controllare
gli altri. Ma se dovesse presentarsi la necessità il potere sarà usato per
proteggere la nostra vita o le vite di altri.
2) Il Potere si usa solo per come indica la necessità.
3) Il Potere può essere usato a vostro vantaggio, finché facendo questo
non danneggiate altre persone.
4) Non è saggio accettare denaro per l’uso del Potere, perché esso
controlla velocemente chi lo riceve.
5) Non usate il potere per trarne orgoglio, perché questo svilisce i
misteri della Wicca e della Magia.
6) Ricordate sempre che il Potere è il dono sacro della Dea e del Dio e
non dovrebbe mai essere usato male o abusato.
Pentacolo
Cerchio
che include la stella a 5 punte, rappresentazione stessa della magia non
avendo fine e senza inizio, rappresenta l’infinito e l’eternità. Il pentagramma
è uno dei simboli caratteristici delle streghe, e della Wicca. Forme più
semplici della stella a cinque punte potranno essere portate come segno della
vostra fede, appese al collo come un monile, in qualsiasi materiale, meglio se
d’argento che è il metallo sacro alla luna o d’oro.
IMPORTANTE:
badate che la punta del pentagramma sia rivolta sempre verso l’alto. Le cinque
punte corrispondono ai 4 elementi Aria, Acqua, Fuoco e Terra, la punta
superiore corrisponde allo "Spirito". La punta più alta è lo spirito,
la punta a destra in alto rappresenta l'Acqua, la punta a sinistra in alto
l'aria quella in basso a destra il fuoco e quella in basso a sinistra la terra.
Nei rituali agli elementi vengono assegnati i punti cardinali:
Terra: NordAria: Est
Acqua: Ovest
Fuoco: Sud
Spirito: Centro
Nella Wicca il pentagramma rappresenta anche la posizione per pregare, invocare gli dei, infatti, le punte coincidono con le parti del corpo, la punta in alto con la testa, le due punte in alto con le braccia e le due punte in basso con le gambe.
I simboli sono: Lia Fail - la pietra del destino; la spada invincibile di Lugh di Gorias; la lancia magica delle terre di Finias; il Calderone di Dagda (Ceridwen) di Murias; e la magia di Mannan, dio del mare che abitava l'isola di Man.
giovedì 17 gennaio 2013
PAESAGGIO DELLA VALLE DELL’ARNO
Paesaggio
della Valle dell’Arno
1473, Tecnica mista su carta, 19,5x28,5 cm.
Firenze, Uffizi, Gabinetto dei disegni e delle stampe.
Il foglio è di
importanza considerevole: è il primo documento incontestato della attività dell’artista.
La scritta è speculare, secondo il suo uso, e la scrittura non è
umanistico-corsiva, ma mercantesca.
Non è data
informazione del luogo, riferibile certamente alla Valle dell’Arno.
Prospettiva aerea
Leonardo si riallaccia alle esperienze della prospettiva
geometrico-lineare della tradizione fiorentina, specialmente per le
architetture e per il paesaggio urbanizzato, ma sviluppa una nuova prospettiva
aerea per il paesaggio naturale, come quella propria per la pittura nordica,
che tiene conto delle gradazioni di colore e della luce, determinate dalla
profondità spaziale. L’occhio di chi guarda si sposta all’interno della
rappresentazione e coglie anche certe variazioni che il mezzo atmosferico
produce nella realtà. Non c’è per lui visione di oggetti o di paesaggi che non
tenga conto della presenza dell’atmosfera e delle variazioni della luce, che si
intensifica e diminuisce con paesaggi che conferiscono plasticità agli oggetti
e creano lontananze. Piuttosto che a costruire prospettive, il grande artista
mira a creare illusioni prospettiche.
Paesaggio della Valle dell’Arno
Poco più che ventenne, da poco immatricolato come pittore, Leonardo continua a frequentare
la bottega del Verrocchio, come dimostra il suo impegno nella stesura del Battesimo di Cristo (1473-1476). Proprio
la rappresentazione del paesaggio (si veda quello dipinto sopra i due angeli
del Battesimo) doveva essere stata
argomento di discussione tra gli artisti che frequentavano la bottega, tra i
quali Sandro Botticelli. In questo disegno del 1473 Leonardo studia la
rappresentazione di un paesaggio fluviale con poggi rocciosi in primo piano e
campi aperti in lontananza. Dal poggio rappresentato in basso a destra l’occhio
corre verso l’alto dove le rocce si dispongono in semicerchio, coperte di
alberi e cespugli; torniamo poi giù con il tuffo della cascata, le cui acque si
gettano nell’ansa del fiume che prosegue il suo corso, sovrastato a sinistra da
un picco roccioso su cui si erge un castello. Qui la vista si proietta in una
nuova direzione, più lontana, secondo le linee indicate dalle divisioni dei
campi che ci guidano, alcune decisamente a sinistra, altre più verso il centro.
In lontananza, sulla destra, l’orizzonte si chiude su varie colline tracciate
con segno leggero.
RAMESSE II
Potente faraone, Ramesse II
regnò sull’Egitto per 67 anni ed estese in modo significativo i confini
dell’antico regno. Infaticabile costruttore, egli edificò più templi, monumenti
e statue di qualsiasi altro re egizio.
1. Ramesse II salì al potere
intorno al 1292 aC ,
e fu il terzo faraone della XIX dinastia.
2. Figlio del faraone Seti I e
della regina Tuya, affermò che il suo vero padre era il dio Amon.
3. Il suo nome significava “nato
da Ra, amato da Amon”.
4. Volle immortalare la sua
vittoria sugli Ittiti rappresentandola sui templi più importanti.
In grande
Infaticabile
costruttore,
Ramesse faceva le cose in grande, come si vede nel più famoso dei suoi templi,
Abu Simbel, che edificò dopo aver sconfitto l’esercito nubiano.
Contrariamente alle abitudini del tempo, Ramesse dedicò
Abu Simbel più a se stesso che agli dei. Scavato nella parete di roccia, la
facciata del tempio è adornata da quattro monumentali statue del faraone.
La
regina Nefertari
fu una delle quattro “grandi mogli reali” di Ramesse e la sua favorita; ebbe
anche una quantità di mogli minori e almeno un centinaio di figli. Il suo
cuore, però, doveva appartenere a Nefertari, poiché le fece costruire uno dei
templi sepolcrali più belli della storia, nella Valle delle Regine a Luxor.
La
vittoria di Ramesse
sugli Ittiti fu incerta e il re egizio non riuscì mai a sottometterne
definitivamente il regno, situato in Anatolia (odierna Turchia). Per porre fine
al conflitto, Ramesse e il re ittita firmarono un accordo, considerato tra i
più antichi trattati di pace. Per maggiore tranquillità, Ramesse sposò anche
due principesse ittite.
La scoperta della mummia
L’ultimo luogo di sepoltura di Ramesse fu una grotta a
Dier EL Bahri. Nel 1881, un pastore alla ricerca di un capo smarrito incappò
nei corpi mummificati di 50 faraoni, tra cui quello di Ramesse. Probabilmente i
sacerdoti avevano nascosto le mummie 2000 anni prima per sottrarle ai
tombaroli.
La mummia di Ramesse è custodita al Museo del Cairo.
Scritto
da Andromeda
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CONFUCIO
La concezione etica dell’uomo elaborata da questo
grande saggio cinese divenne il fondamento della società in Cina, Giappone e
Corea per oltre 2000 anni.
Confucio era di famiglia aristocratica e visse dal 551 a 479 aC .
Egli sosteneva che alla base dei rapporti umani vi
dovessero essere valori profondi.
Le opere di Confucio vennero conosciute in Europa a
partire dal XVII sec.
Il suo famoso I
Ching era un manuale per predire il futuro.
Un grande pensatore
Secondo
Confucio la
società stava cambiando in peggio e le vecchie tradizioni, basati su sani
principi, stavano scomparendo. Egli ricopriva cariche pubbliche, ma a 50 anni
le abbandonò per l’indifferenza dei superiori verso i suoi precetti. Da allora
si dedicò all’insegnamento itinerante, cercando di spingere i vari governanti
locali a mettere in pratica i suoi principi, generalmente senza molto successo.
Gentiluomo
istruito,
Confucio non era propriamente religioso. Egli credeva nel culto degli antenati
e in un principio guida del Cielo. Secondo Confucio, l’armonia della società
dipende dall’esistenza di forti relazioni familiari e dalla fiducia negli
altri. Senza questo il mondo sarebbe destinato alla barbarie.
L’istruzione è fondamentale per il confucianesimo…
“Colui
che studia, ma non pensa, è perduto!
Colui
che pensa, ma non studia, è in grande pericolo.”
Eredità duratura
Confucio lasciò cinque testi classici basati sulle
tradizioni culturali di una presunta età dell’oro. Diversi discepoli scrissero
le sue parole sagge. All’epoca della dinastia Han (206 aC – 220 dC), le sue
idee furono alla base dell’educazione e del comportamento cinese.
Il Confucianesimo, così come lo conosciamo, durò oltre
2000 anni, fino all’avvento del comunismo nel XX sec.
Scritto
da Andromeda
SOCRATE
Nei suoi Dialoghi,
Platone fu il primo a descrivere il metodo d’indagine filosofica attribuito
a Socrate. Con i suoi dialoghi sui concetti morali fondamentali, Socrate fu il
padre della filosofia morale occidentale.
Nell’ Apologia, scritta
da Platone, Socrate afferma di non sapere, e che l’unica verità è quella di non
conoscere nessuna verità.
Al processo di Socrate, i 500 giudici si espressero con
280 voti di condanna e 220 voti per l’innocenza.
Secondo la legge ateniese, Socrate fu condannato a bere
un bicchiere di cicuta.
I principi socratici
Di
origine ateniese, Socrate
disdegnava il perseguimento della ricchezza materiale e incoraggiava gli
individui nella ricerca della perfezione interiore. Credeva fermamente
nell’amicizia e nella comunità autentica, quali fattori di coesione sociale.
Insieme a Platone e Aristotele fu una delle figure più influenti della
filosofia greca, sebbene non abbia fondato una scuola e lasciato degli scritti.
Durante il servizio militare, Socrate si distinse brillantemente nella guerra
del Peloponneso.
Il
metodo socratico consiste
nel mettere in discussione i principi dati per certi. I politici del tempo non
lo amavano in quanto faceva notare le debolezze del governo e sfidava il sapere
di coloro che si definivano saggi.
I
numerosi nemici di Socrate lo accusarono di empietà e di corrompere, con la sua dottrina, i
giovani. Fu condannato a morte e, nonostante avesse avuto la possibilità di
fuggire all’estero, accettò la morte per avvelenamento pur di non tradire i
suoi principi.
Il profilo
1. Nacque ad Atene intorno al 469 aC .
2. Morì nel 399 aC , condannato a bere un
bicchiere di cicuta.
3. Fondò la scuola socratica ma
senza discepoli ufficiali.
4. Si interessò di etica ed
epistemologia (indagine sul sapere umano).
5. Fu influenzato da Anassagora,
Diotima, Parmenide e Prodico.
6. A sua volta influenzò il
pensiero di Platone, quello di Aristotele e tutta la filosofia occidentale.
Autodifesa
Dal punto di vista politico,
morale ed intellettuale, Socrate non era in linea con la maggior parte dei suoi
concittadini. Durante il processo, adottò l’”elenchos” (confutazione) per
mettere in discussione il valore morale dei suoi giudici.
Scritto da Andromeda
mercoledì 16 gennaio 2013
Anjana
Racconta una leggenda cantabrica che un cacciatore,
irritato perché col suo fucile non riusciva a colpire nessun uccello del bosco,
cominciò a sparare in modo indiscriminato contro tutto ciò che si muoveva. Tra
un colpo e l’altro, una lepre gli passò veloce tra le gambe e senza pensarci,
il cacciatore le sparò, ma non la colpì. La lepre si trasformò in una bella
donna vestita di bianco che lo guardava sorridente. Il cacciatore si sentì
attratto dalla ragazza e le si avvicinò, ma lei non si mosse. Il cacciatore,
pensando che la donna lo desiderasse come lui desiderava lei, l’abbracciò e
cominciò a baciarla. La ragazza restò immobile. Il cacciatore sentì un forte
calore che gli consumava il corpo. Aprì gli occhi e vide che la giovane era
sparita. Un’enorme fiamma gli ardeva tra le braccia. Correndo come se avesse il
diavolo in corpo, attraversò il bosco cercando un ruscello per bagnare le sue
ferite.
La camicia ardeva ustionandogli le braccia.
martedì 15 gennaio 2013
Gnomi
Nella
maggior parte delle fiabe del mondo sono presenti gli Gnomi, anche i cartoni
animati sono ricchi di queste creature, chi può dimenticare il bellissimo
cartone “David gnomo”.
Gli
Gnomi sono gli spiriti che presiedono l’elemento Terra, hanno origine nordica e
presentano varie caratteristiche: sono alti poco più del palmo di una mano,
sono quindi molto piccoli, tozzi e vivono moltissimi anni, per questo vengono
rappresentati con la barba bianca e lunga; caratterialmente sono simpatici e
socievoli, anche se diffidano dell’uomo, allegri e silenziosi, tendono a vivere
isolati in miniere, grotte cristalline, caverne, tane di animali e tronchi
d’albero.
Sono
i guardiani del Regno Minerale, si occupano di quanto avviene sotto la superficie
della crosta terrestre e presiedono sia ai fenomeni di formazione di rocce,
minerali, metalli e pietre preziose, sia ai processi di soluzione dei sali che,
tramite l'acqua, costituiranno il nutrimento delle piante; inoltre, sono dotati
di un grande senso pratico! Collaborano con loro le Fate, le quali si occupano
del Regno Vegetale in superficie, nutrendo e sorvegliando la crescita e lo
sviluppo della flora.
Gli
Gnomi sono profondi conoscitori della divinazione, delle virtù delle erbe e
della medicina con esse, per questo le leggende narrano che gli animali dei
boschi si rivolgano a loro per ricevere cure adeguate ai loro problemi.
Essendo
dotati di una sapienza superiore a quella degli uomini, essi, sono ottimi
scopritori di tesori, miniere ricce di oro, argento e pietre preziose, se lo
vogliono a volte aiutano gli umani a trovare preziosità nascoste, a coltivare
con amore e successo il giardino e a comunicare con gli animali; ciò succede
molto raramente, perché essi tendono ad avvicinarsi solo a persone dal cuore
puro e purtroppo, di queste ce ne sono molto poche!
Se
invocati ci aiutano a trasformare i progetti in realtà, il momento migliore è
il la sera, quando si è fatto già un po’ buio, rivolgendosi verso nord e
portando con sé un dono per loro.
Si
narra che vicino ad ogni casa vi sia una famiglia o gruppi di Gnomi che la
proteggono, essi scacciano gli spiriti cattivi, ci aiutano nei momenti di
difficoltà e ci sussurrano nel sonno le soluzioni ai nostri problemi.
Se
si vuole sapere se queste meravigliose creature dimorano vicino alla propria
abitazione, bisogno alla sera lasciare sugli scalini o davanti all’ingresso un
dono per loro, come: un biscotto, una pietra particolare, una conchiglia… Se
apprezzeranno il gesto alla mattina troverete qualcosa che vi hanno lasciato in
cambio.
Basilisco
Questa
creatura ha corpo e testa di gallo, sormontata da una cresta squamosa rossa che
somiglia ad una corona, possiede inoltre grandi ali spinose e coda di serpente.
Il
basilisco nasce dall’uovo di un vecchio gallo di sette o quattordici anni,
deposto sul letame e covato da un rospo o da una rana.
Il
suo sguardo incenerisce, secca le piante e contamina le acque, il suo contatto e
anche il suo alito uccide gli arboscelli, brucia l’erba da tanto è velenoso.
Può
essere ucciso mettendolo davanti ad uno specchio sul quale può vedersi
riflesso, inoltre questo essere ha due nemici mortali le donnole, che però
morivano sempre anche se riuscivano ad ucciderlo, ed i galli, il cui canto gli
era letale.
Secondo
alcuni miti il basilisco nasce dal sangue di Medusa, decapitata da Perseo, che
cadde sulla terra di Libia. Ha poteri simili a quelli della gorgone della
mitologia greca.
Il Basilisco è l’essere favoloso del mondo dei
serpenti, un rettile leggendario carico di significati simbolici. Nel corso dei
secoli il basilisco, che significa "piccolo re", si modifica fino
alla bruttezza e all’orrore, e adesso se ne sta perdendo il ricordo. Scrive Plinio: "E’ un drago che ha sulla
testa una corona d’oro, grandi ali spinose, una coda di serpente, che termina
con la testa di un gallo. Il suo fiato avvizzisce la frutta. Il suo sputo
brucia e corrode. Il suo sguardo spacca le pietre. L’odore della donnola lo
uccide.
Altra arma contro di lui è lo specchio: il
basilisco è fulminato dalla sua propria immagine. E’ l’idea del maligno che lo
morde". Il basilisco, sempre secondo Plinio che ne ha parlato a lungo è un
serpente lungo solo dodici dita che ha una macchia bianca sulla testa, a forma
di diadema.
"Il suo sibilo fa fuggire i serpenti: non striscia sinuosamente come gli altri rettili, ma avanza, col corpo eretto a metà.” Per Pietro il Piccardo, che scrisse nel medioevo, il basilisco non poteva essere altri che il diavolo, e così la pensava la maggior parte degli scrittori del suo tempo.
"Il suo sibilo fa fuggire i serpenti: non striscia sinuosamente come gli altri rettili, ma avanza, col corpo eretto a metà.” Per Pietro il Piccardo, che scrisse nel medioevo, il basilisco non poteva essere altri che il diavolo, e così la pensava la maggior parte degli scrittori del suo tempo.
In molte cattedrali romaniche e gotiche, esso
sta a rappresentare alternativamente il diavolo e il peccato.
In Italia centrale, tra la Toscana , l'Umbria e l'alto
Lazio, è diffusa nelle campagne la tradizione del "Serpente Regolo",
anch'esso "piccolo re", serpente pernicioso e vendicativo, dalla
testa grande come quella di un bambino, abitante fossi, campi, rovine e
foreste.
lunedì 14 gennaio 2013
Tisana per la concentrazione
Ingredienti:
10 g di semi di anice,
Versate sulla miscela di erbe
Bevete 50 cl di infuso nell'arco della giornata, in 3-4 dosi.
Se vi serve concentrazione per qualcosa in particolare, bevetene mezz'ora prima in modo che possa fare effetto.
Quelle come me...
Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Quelle come me inseguono un sogno…
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima…
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime…
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole…
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano innosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero…
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…
Alda Merini
ATAHUALPA
Francisco Pizarro affrontò 6
milioni di persone dell’Impero di Atahualpa con meno di 200 uomini e qualche
cavallo. Nonostante l’enorme sproporzione numerica, la superiorità delle armi
spagnole ebbe la meglio: fu la fine dell’Impero Inca.
1. Francisco Pizarro, illegittimo
e abbandonato alla nascita intorno al 1471, era legato a Hernan Cortes, il conquistador spagnolo del Messico.
2. L’imperatore inca Huayna Capac
morì probabilmente di vaiolo, una malattia europea.
3. Gli spagnoli anelavano all’oro
ma per gli Incas, che non usavano moneta, era per lo più un materiale
decorativo.
L’ultimo imperatore
Atahualpa (1502-1533 ca.) fu l’ultimo sovrano
dell’Impero Inca. Quando il padre Huayna Capac, e il fratello maggiore morirono
improvvisamente nel 1527, il fratellastro Huascar ereditò gran parte del
dominio peruviano. Atahualpa ricevette Quito (l’odierna capitale dell’Ecuador)
a nord e comandò la maggior parte dell’esercito del padre. Con la guerra
civile, Atahualpa conquistò l’intero regno.
Nel 1532 Atahualpa, accompagnato da alcuni soldati disarmati,
incontrò l’astuto Pizarro a Catajamarca. Il cappellano di Pizarro gli diede il
benvenuto e tramite un interprete gli disse che doveva convertirsi al
Cristianesimo e sottomettersi a Carlo V di Spagna. L’orgoglioso rifiuto di
Atahualpa scatenò un feroce massacro: le sue guardie e i suoi portantini furono
uccisi e Atahualpa divenne prigioniero di Pizarro.
Tale sconfitta inaspettata fu dovuta senza dubbio
all’irremovibile fiducia che Atahualpa aveva posto nel fondamento divino del
suo potere. Nei mesi successivi ordinò la consegna di ingenti quantità di oro
agli Spagnoli, ma nessun riscatto gli assicurò la libertà.
La condanna a morte
Gli Incas obbedirono agli
ordini di Atahualpa (in realtà di Pizarro) durante la sua prigionia. Dichiarato
colpevole della morte del fratellastro, Atahualpa fu condannato al rogo, una
fine orribile per un Inca che credeva che la distruzione del corpo avrebbe
negato all’anima la vita eterna. Se Atahualpa si fosse convertito, Pizarro
avrebbe mutato la condanna. Battezzato Juan Santos Atahualpa, fu giustiziato
con la garrota.
Scritto da Andromeda
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SERSE DI PERSIA
Serse I (519-465 aC ) era figlio di Dario
I, e regnò durante la Seconda Guerra Persiana. Serse viene ricordato per le
sconfitte che gli furono inflitte dall’esercito greco a Salamina, Platea e
Micale.
1. Lo storico greco Erodoto
riferisce che Serse, infuriato perché il mare in tempesta gli impedì di
invadere la Grecia, lo punì con 300 frustate.
2. La sconfitta di Serse contro i
Greci segnò il declino della sua dinastia e accrebbe il prestigio delle
città-stato greche.
3. Dopo che fu ucciso dal capitano
della sua guardia, gli succedette il figlio Artaserse.
Una vendetta mancata
Serse era governatore di Babilonia e dovette reprimere le rivolte
in Egitto prima di salire al trono di Persia nel 486 aC . Il suo scopo era di
vendicare la sconfitta subita dal padre Dario I dai Greci nella battaglia di
Maratona (490 aC )
e spese i primi tre anni di governo raccogliendo navi e truppe. Mentre la
flotta navigava verso l’Attica, l’esercito attraversò l’Ellesponto su un ponte
di navi, penetrando in territorio greco. Leonida, re di Sparta, lo aspettava al
passo delle Termopili, valico obbligato, con 10.000 uomini. Ma con l’aiuto di
un traditore, che li guidò attraverso un sentiero di montagna, i Persiani
riuscirono a invadere e saccheggiare Atene.
Dopo la caduta di Atene, i comandanti greci volevano
ritirarsi a sud. Temistocle, comandante della flotta ateniese, indusse però
Serse ad affrontarlo nella baia di Salamina, uno stretto braccio di mare dove
la superiorità numerica della flotta persiana era inutile. La sconfitta fu
schiacciante. Serse tornò in Asia lasciando il comando al generale Mardonio.
Nel 479 aC
Mardonio venne ucciso nella battaglia di Platea mentre l’esercito persiano
veniva sconfitto nella battaglia di Micale.
Una debole difesa
Dopo la battaglia di Platea,
gli scontri navali continuarono. I Persiani collezionarono una serie di
sconfitte, finché furono definitivamente cacciati. Serse non prese parte a queste
battaglie e si ritirò a Susa, dove fu assassinato nel 465 aC , forse su ordine del
figlio, che aspirava al trono.
Leonida, re di Sparta (540-480 aC ca), sconfisse Serse
e i Persiani.
Scritto da Andromeda
CLEOPATRA
La sua vita e la sua storia l’hanno resa una leggenda;
la famosa regina d’Egitto fu una figura carismatica, mossa dal forte desiderio
di preservare il suo impero.
1. Cleopatra VII (69-30aC), ultimo
membro della dinastia dei Tolomei, fu l’ultima regina d’Egitto.
2. Lo storico Plutarco scrisse che
incantava per le sue parole più che per la sua bellezza.
3. La sua relazione con Marco
Antonio, triumviro romano, provocò la guerra tra Egitto e Roma.
4. Dopo la sconfitta, si
suicidarono entrambi. Lei morì facendosi mordere da un aspide.
L’ultima regina
Eletta regina d’Egitto nel 51 aC , Cleopatra successe al padre Tolomeo XII
Aulete. Regnò insieme al fratello Tolomeo XIII, quando aveva soli 12 anni, che
divenne suo marito secondo la tradizione egizia.
Dotta e intelligente, Cleopatra si guadagnò la fiducia del suo popolo
grazie ai sacerdoti e all’osservanza della religione. Più tardi, il fratello
Tolomeo tentò di deporre Cleopatra e di costringerla a lasciare Alessandria. In
questi anni la dinastia godeva dell’appoggio romano: Giulio Cesare giunse per
porre rimedio alla situazione politica confusa.
Divenuta amante di Cesare, Cleopatra ebbe in pugno l’uomo
più potente dell’Impero Romano. Cesare combatté contro le forze di Tolomeo e
organizzò il ritorno di Cleopatra sul trono. La relazione tra Cesare e
Cleopatra, dalla quale nacque un figlio, Cesarione, durò fino alla morte di
Cesare per assassinio nel 44aC.poi Cleopatra si legò a Marco Antonio, il quale
ripudiò la moglie romana e offrì, a Cleopatra e ai suoi figli, alcuni possedimenti
dell’Impero. Roma, guidata da Ottaviano, dichiarò guerra all’Egitto e lo
sconfisse nella celebre battaglia di Azio.
I Tolomei
1. Il capostipite fu greco, uno
dei generali di Alessandro Magno.
2. Tutti adottarono usi e costumi
egizi.
3. Si sposavano tra loro per
mantenere il potere.
4. Tolomeo XV Cesarione fu ucciso
dopo la morte della madre Cleopatra.
Regina e Icona
Considerata una grande regina e
guida divina del popolo egizio, dopo due millenni Cleopatra è ancora
considerata una personalità affascinante. Pittori e artisti l’hanno
rappresentata nelle loro opere, Shakespeare l’ha resa immortale e il film Cleopatra del 1963 con Elizabeth Taylor e Richard Burton le ha
reso grande omaggio.
Scritto da Andromeda
HATSHEPSUT
Prima donna ad avere un forte
potere, Hatshcepsut governò l’Antico Egitto in un periodo di prosperità. Volendo
essere rappresentata come un re, è spesso raffigurata con la tradizionale barba
finta.
1. Hatscepsut governò per 22 anni,
dal 1504 al 1482 aC
circa.
2. Dapprima reggente al trono del
figliastro, riuscì a prendere il controllo del potere.
3. Il suo tempio funerario nei
pressi dell’antica Tebe era detto “la
meraviglia delle meraviglie”.
4. Obesa, diabetica e malata di
cancro, la regina Hatshcepsut morì a 50 anni.
La donna re
In un’epoca di intrighi politici, Hatscepsut riuscì a dimostrare
che il padre, Thutmoset, l’aveva nominata sua discendente. Dopo la morte del
marito, suo fratellastro, salì al trono il figlio di lui Thutmose II, con
Hatscepsut reggente.
La conquista del potere fu graduale. Hatscepsut iniziò
compiendo azioni permesse solo ai faraoni, come fare offerte agli dei e
costruire obelischi. Si proclamava discendente del dio Amon. Nei dipinti e
nelle sculture era rappresentata con fattezze maschili.
Hatscepsut portò pace e prosperità all’Egitto, costruendo monumenti,
incoraggiando le esplorazioni e ristabilendo l’influenza egizia nei paesi
stranieri. Dopo la sua morte, il successore Thutmose III cercò di cancellarne
la memoria, probabilmente per negare l’interruzione della discendenza faraonica
maschile. Il suo nome fu cancellato dai muri dei templi e le sue statue
abbattute. La collocazione della sua mummia restò un mistero per oltre 3500
anni.
Un grande enigma
1. Nel 1902 fu trovata la tomba di
Hatscepsut, ma si scoprì che il sarcofago era vuoto.
2. La mummia della sua balia,
rimasta a lungo senza identità, giaceva nella tomba sottostante.
3. Cento anni dopo, le due mummie
furono sottoposte a TAC presso il Museo del Cairo.
4. Un dente trovato con gli organi
di Hatscepsut apparteneva al corpo della balia.
5. I due corpi erano stati
confusi: quello della balia era in realtà di Hatscepsut.
Il corpo mummificato di Hatscepsut rivelò i suoi segreti quando fu
sottoposto ad autopsia nel 2007.
Scritto da Andromeda
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