sabato 7 aprile 2018

Ricette per rinforzare e nutrire le unghie


Per rinforzare le unghie
La fragilità delle unghie dipende spesso da qualche carenza organica che il medico può curare prescrivendo opportuni integratori alimentari. Quando le unghie si rompono facilmente o tendono a sfaldarsi, bisogna innanzitutto evitare lo smalto che le soffoca e peggiora la situazione: un’antica ricetta che garantisce buoni risultati è quella di spennellare sulle unghie ogni sera olio d’0liva, oppure immergere i polpastrelli in una tazzina che lo contiene. S’infilano poi dei guanti di cotone che si tengono tutta la notte, per fare in modo che l’olio venga assorbito. Un’altra ricetta consiglia di applicare sulle unghie un unguento ottenuto con radice di altea cotta in pochissimo aceto.



Altre ricette per nutrire le unghie
Le ricette per nutrire le unghie sono molte…
Due volte al mese potete praticare un vero e proprio bagno nell’olio per le unghie. In cinque cucchiai di d’olio extra vergine versate due gocce di olio essenziale di limone, due di incenso, due di benzonio e due di mirra. Mettete la miscela in un vasetto dall’imboccatura larga e immergete le unghie per almeno cinque minuti. L’olio che resta sui polpastrelli frizionatelo poi sulle mani.
Un’altra antica ricetta consiglia l’uso dell’henné, la polvere ottenuta dalle foglie della pianta di henna che cresce in Africa e soprattutto in India. L’henné contiene cheratina, che è un componente fondamentale sia dei capelli che delle unghie: si fa quindi un impasto denso con un po’ di polvere di henné e si spalma sulle unghie, cercando di farle asciugare al sole. Le unghie si rinforzeranno e prenderanno anche un piacevole tono ambrato.




Le mie ultime creazioni

Bracciali con perle vintage (perle di Majorca anni '70), pietre dure, cristalli, argento 925, perle acqua dolce, perline, pasta di corallo e resina.
















Maschera viso al carciofo


Maschera al carciofo per pelli rilassate

Pulite un carciofo, togliete il gambo e le foglie dure, poi frullatelo. Aggiungete alla pappetta qualche goccia di limone e un cucchiaio di yogurt. Stendete come al solito su viso e collo per una ventina di minuti. Stimola la circolazione, ravviva il colorito, favorisce il ricambio delle cellule.

venerdì 6 aprile 2018

Mummificazione

Mummificazione

La dottrina funeraria egiziana riteneva la preservazione del corpo del defunto un fattore imprescindibile, dal quale dipendeva interamente la sopravvivenza dello spirito nell’aldilà. Per tale ragione la civiltà egiziana divenne maestra nella tecnica dell’imbalsamazione dei corpi, pratica che favorì, peraltro, una più approfondita conoscenza dell’anatomia e della fisiologia umana e dunque un notevole progresso della scienza medica.



 Il processo dell’imbalsamazione (ebbe inizio intorno al 2600 AC e continuò per circa 3000 anni) aveva varie forme di esecuzione basate sulla spesa che una famiglia era disposta a sostenere. Nella sua forma più completa, esso durava circa 70 giorni e si strutturava in almeno tre fasi successive: l’eviscerazione, la disidratazione e il bendaggio, scrupolosamente scandite dalla recitazione di rituali e formule funerarie. Il corpo veniva prelevato dagli imbalsamatori tre o quattro giorni dopo il decesso, eliminavano subito le parti che si deterioravano più rapidamente. Rimuovevano il cervello attraverso le narici (il cuore veniva lasciato al suo posto)quindi si procedeva all’estrazione delle viscere attraverso un’incisione praticata su un fianco, tra l’ombelico e l’inguine, grazie alla quale si potevano raggiungere e asportare cuore, polmoni, intestini e fegato, che venivano cosparsi di una gomma resinosa calda e collocati nei vasi canopi, protetti dai quattro figli di Horo. Il corpo veniva successivamente deposto per 40 giorni in un bagno di pani granulari di natron (una miscela di carbonato e bicarbonato di sodio) che disidratava completamente il corpo. Dopo aver ripetutamente cosparso di olii e essenze profumate la pelle del defunto, si procedeva infine al bendaggio (l’intero corpo veniva avvolto in 20 o più strati di bende e teli) che occupava un periodo di circa quindici giorni. Una volta completato il procedimento dell’imbalsamazione, il defunto era pronto per i funerali. Prima della sepoltura si svolgeva una cerimonia estremamente importante, chiamata “rituale dell’apertura della bocca” che avveniva solitamente in un luogo chiamato “il castello dell’oro”.
Se i coperchi erano affidati ai figli di Horus, i vasi veri e propri erano invece custoditi da 4 dee: Iside, Nefti, Neith e Serqet.


Duamutef e Neith proteggono lo stomaco.
Hapi conserva i polmoni insieme a Nefti.
 Imseti è in coppia con Iside a guardia del fegato.
Qebehsenuf e Serqet sono i custodi degli intestini.
Un’iscrizione sulla pancia di ciascun vaso riporta l’invocazione della dea preposta a ciascun vaso, affinché Osiride protegga gli organi che vi sono conservati. 

Anubi: il primo imbalsamatore
“Inventore” della mummificazione, che praticò per la prima volta su Osiride, Anubi era il protettore dei morti e delle necropoli. Guardiano delle porte dell’aldilà, accoglieva i defunti e li accompagnava nel mondo sotterraneo.



Anubi sarebbe nato da una relazione illegittima tra Osiride e la sorella Nefti (secondo altre versioni, sarebbe il figlio di Ra o della vacca celeste Hathor, o il fratello stesso di Osiride) e sarebbe stato allevato e allattato da Iside.
Fedele guardiano, Anubi accompagnò e protesse Iside durante la ricerca per ritrovare il cadavere di Osiride assassinato sa Seth, suo fratello. Con l’aiuto della dea, inventò la mummificazione per ricostruire il corpo smembrato di Osiride e procedette alla purificazione per salvarlo dalla decomposizione. Secondo il mito, Anubi si sacrificò avviluppando il divino defunto nella propria pelle per dargli la sua energia e rendergli la vita.







Un dio temuto
Per la sua funzione di accogliere i defunti all’ingresso del mondo sotterraneo, Anubi è certamente il dio più importante della mitologia egizia, poiché senza di lui non si poteva accedere all’aldilà. Furono dedicati a questo dio numerosi santuari, il più noto è quello della città che i greci avevano chiamato Cinopoli, la “città dei cani”, nel Medio Egitto.


Scritto da Andromeda
Fonti: 
Egitto Storia e Mistero DeAgostini Mailing
Antico Egitto Arte e archeologia della terra dei faraoni (Giorgio Agnese - Maurizio Re)
A - Z del Mondo Antico imp
Egitto Scoprire le Civiltà (La bibblioteca di Repubblica - L'Espresso) Electa

giovedì 5 aprile 2018

L'Invenzione della scrittura

L’invenzione della scrittura

La scrittura, una delle più grandi invenzioni dell’umanità, nacque dalla semplice esigenza di tenere i conti. Grazie alla sua rapida evoluzione si poterono scrivere la storia e la letteratura.
La prima scrittura cuneiforme dei Sumeri aveva circa 550 caratteri diversi (segni).
I primi pittogrammi, come quelli egizi (immagine), erano figure stilizzate di oggetti o cose animate.
Geroglifico, la scrittura ideografica degli antichi Egizi, significa “scrittura divina”.
Nelle antiche civiltà, la capacità di scrivere conferiva agli scriba privilegi e potere.
Lingua dei segni

La storia della scrittura ebbe inizio, per quanto si sa, nella Bassa Mesopotamia (attuale Iraq). I Sumeri ricavarono i primi stiletti dalle canne e incidevano i segni su tavolette d’argilla. L’estremità appuntita dello stiletto imprimeva segni a forma di cuneo: da qui il nome “cuneiforme”, dal latino cuneus.
Il passaggio alla scrittura vera e propria, e non solo come calcolo, ma come mezzo per fissare la lingua parlata, richiese molto tempo. La scrittura divenne uno strumento di comunicazione e, soprattutto quella cuneiforme, si adattò a lingue diverse da quella sumera.
Le prime scritture sono elaborate ed affascinanti. I geroglifici egizi sono l’esempio di una lettura molto ricca.



Il pittogramma, usato nella scrittura cinese, fu il primo passo di tutte le forme di scrittura.
Nel 3000 AC I primi scritti sumerici erano incisi su tavolette d’argilla (foto in basso).



Nello stesso tempo, gli antichi Egizi svilupparono geroglifici combinando pittogrammi e fotogrammi (per i suoni).
Nel 2000 AC I Cinesi inventarono la loro scrittura che, a differenza di altre, è rimasta invariata.
Nel 1200 AC I Fenici introdussero il primo alfabeto fonetico. In Egitto, il famoso Libro dei morti fu scritto in geroglifico.

Registri Antichi
I primi scritti erano legati alla contabilità. Le tavolette venivano essiccate al sole o cotte e conservate.
I Sumeri svilupparono anche una forma di servizio postale, con “buste” d’argilla.


Uno scriba egizio, seduto a gambe incrociate, scrive con un pennello su un rotolo di papiro.


Un oracolo inciso su osso, antico esempio di scrittura cinese.
Scritto da Andromeda
Fonte: A-Z del Mondo Antico imp