martedì 16 ottobre 2012

Morgana


La fata Morgana, conosciuta anche come Morgane, Morgaine, Morgan e altre varianti, è una popolare strega della mitologia celtica e delle leggende.
 Nel ciclo arturiano, Morgana è un personaggio femminile; è sorella di Artù e nemica di Ginevra.
Nella tradizione del ciclo arturiano, Morgana era la figlia della madre di Artù, Lady Igraine, e del suo primo marito, Gorlois, duca di Cornovaglia; Artù (Arthur Pendragon), figlio di Igraine e di Uther Pendragon, era dunque suo fratellastro. Come donna celtica, Morgana ereditò parte della magia della Terra di sua madre. In Le Morte d'Arthur e altre fonti, ella è infelicemente sposata con Re Urien di Gore dalla quale avrà il figlio Ywain. Tenterà infatti di uccidere il marito credendo che l'amante di lei, Accolon sia riuscito ad uccidere Artù con Excalibur rubata.
Le teorie sulla maternità di Morgana rispetto al figlio Mordred sono due: la tradizione più antica afferma che questi sia figlio di Morgause, sorella di Morgana; una seconda teoria, influenzata dal romanzo Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e soprattutto dalla cinematografia, presenta Morgause come la donna che ha allevato fin dalla tenera età il piccolo Mordred, in realtà concepito da Morgana ed Artú durante le Nozze Sacre.


 
Morgana è una delle donne protagoniste della mitologia celtica.
Aveva la caratteristica di camminare in modo molto leggero, tanto da apparire sollevata dal suolo.
Secondo la tradizione Morgana sarebbe stata allieva di una "Dama del Lago" di nome Viviana che l'avrebbe accolta nell'isola e istruita nelle arti magiche e farla succedere a se stessa alla guida della comunità. Si parla di lei come una guaritrice ed una fata in grado di mutare forma a suo piacimento.
Diverse fonti citano anche Morgana come allieva di Merlino e, successivamente, sua rivale. 

 

Secondo il mito, Morgana è figlia di Igraine e di Urien, e sorellastra di Artù. La prima opera letteraria nella quale appare la figura di Morgana è la "Vita Merlini" di Goffredo di Monmouth, 1148, nella quale Morgen è una fata guaritrice, che cura Re Artù, e che vive ad Avalon con nove sacerdotesse...
Un breve accenno alla figura di Morgana era già presente nell'Historia Britannicum, nella quale si narrava che Artù era stato curato ad Avalon.
Attorno al 1170 Morgana riappare in "Erec et Enide", in questo testo è sorella di Artù e fata guaritrice.
Benoit de Saint Marure la cita nel "Roman de Troie", 1160 e in "La Vulgata Lancelot" si dice di lei: "Verità fu che Morgana, la sorella di re Artù, era molto esperta di incantesimi e di sortilegi e più di tutte le donne; e per il grande impegno che ci mise lasciò e abbandonò la comunità della gente e soggiornava giorno e notte in foreste profonde e presso le fonti, cosicché molte persone, che erano molte nel paese, non dicevano che era una donna, ma la chiamavano Morgana la dea".
Con il passare del tempo la figura di Morgana andrà sempre più assumendo tratti negativi e da guaritrice diventerà traditrice e maga, caratteristica che le rimarrà addosso in tutta la letteratura cortese del XIII secolo.
La peculiarità della figura della fata nei romanzi del XII secolo era di abitare in un altro luogo e di poter curare il re ferito, mentre nel XIII secolo la caratteristica è quella di rapire gli uomini e farne suoi amanti. 

 


La leggenda della fata Morgana

Al tempo della conquista barbara uno dei re conquistatori arrivò in Calabria e si trovò davanti un'isola meravigliosa con al centro una montagna che emanava fumo e fuoco. Stava meditando su come fare per raggiungerla e conquistarla, quando gli apparve una donna bellissima che gli disse: "Vedo che guardi quella meravigliosa isola e ne ammiri le distese di aranci e ulivi, i dolci declivi ed il suo magico vulcano. Io posso donartela se la vuoi." Era agosto, il mare era tranquillo e neppure un alito di vento turbava la pace e la serenità del luogo, l'aria era tersa e limpida e davanti agli occhi del re barbaro accadde uno strano fenomeno: la Sicilia era vicinissima, si potevano vedere chiaramente gli alberi da frutto, il monte che vomitava fuoco e perfino gli uomini che scaricavano merci dalle navi. Il re barbaro si buttò in acqua sicuro di poterla raggiungere con pochi passi. Mentre il re barbaro affogava, la fata Morgana sorrideva.
Ancora oggi si verifica questo strano fenomeno per cui, nelle giornate particolarmente terse di agosto e settembre, la Sicilia sembra vicinissima alla Calabria e se ne possono distinguere distintamente campi, case e colline; infatti la fata Morgana non è altro che un fenomeno ottico che si ammira spesso nello stretto di Messina e nell'isola di Favignana a causa di particolari condizioni atmosferiche. Guardando da Messina verso la Calabria, si vede come sospesa nell'aria l'immagine di Messina e, viceversa, guardando da Reggio Calabria verso Capo Peloro, si vede nello stretto Reggio.


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REDE “An it harms none, do as thou will”


Il Rede Wiccan, ossia le linee guida morali per il comportamento di chi segue questa religione, esiste in diverse forme, a seconda della tradizione o della congrega che si voglia esaminare. Le differenze tra queste forme sono però di dettaglio, laddove la sostanza consiste nella formula, uguale per tutti, “An it harms none, do as thou will”, tradotta in italiano con “Se non fa male a nessuno fa ciò che vuoi”.
Questa espressione è tuttavia elementare solo in apparenza, e molto spesso trae in inganno il lettore superficiale che la interpreta con “fai come ti pare”, questo in seguito anche ad una certa ambiguità della lingua italiana. Vale pertanto la pena di esaminare con un po’ più di attenzione il Rede: cominciamo dalla prima parte:
-“Se non fa male a nessuno”. Questa frase va intesa nel modo più esteso possibile, vale a dire dobbiamo parlare di “male” in senso non solamente fisico, ma anche psicologico, psichico e spirituale; parimenti nessuno deve essere considerato un termine inclusivo non soltanto di altre persone, ma deve comprendere sé stessi, gli animali, le piante, l’ambiente che ci circonda, dal momento che noi riconosciamo la presenza del divino in ogni cosa. Questo rende evidente come sia impossibile seguire alla lettera il Rede sempre, dal momento che la nostra vita dipende comunque da una serie di morti, dal momento che dobbiamo nutrirci. L’invito quindi è ad essere sempre attenti alle responsabilità che ci assumiamo con le nostre azioni, sapendo che ciò che facciamo ci ritornerà moltiplicato per tre, per il bene e per il male.
-La seconda parte dice “fa ciò che vuoi”. Questo vuol dire una serie di cose: innanzitutto fa, ossia agisci. Nessuno può fare i tuoi compiti a casa: se vuoi che un qualche cosa accada nella tua vita, devi rimboccarti le maniche e darti da fare. L’ultima parola è “vuoi”: il termine inglese, will, è più preciso, in quanto indica esclusivamente un atto di volizione, un thelema in atto, quindi non “come ti pare”, ma “come la tua volontà decide”. Inoltre la seconda persona singolare indica esattamente “come TU vuoi”: questo significa che innanzitutto bisogna che ciascuno di noi sappia esattamente che cosa realmente vuole, per poter mettere in atto le azioni necessarie a conseguire l’oggetto della volizione e assumendosi le responsabilità relative a queste stesse azioni.
Ed in un mondo di persone confuse, stordite da messaggi dei media che cercano di creare sempre nuovi bisogni ed in cui la principale occupazione di ciascuno è cercare di non assumersi responsabilità non è una cosa da poco.
Vivere secondo il Rede vuol dire invece confrontarsi ogni giorno con sé stessi, scrutare a fondo nel proprio animo per scoprire che cosa è che realmente vogliamo in questa vita, che cosa dobbiamo fare per ottenerlo e quali sono le responsabilità che dovremo fatalmente assumerci per arrivare dove vogliamo, ossia, in breve, significa vivere in maniera consapevole, persone che camminano con una meta in mezzo a tanti che brancolano nel buio.


Il Rede Wiccan

In totale fiducia e amore,
la legge Wiccan devi seguire.
Vivi e lascia vivere,
leale nel dare e nel ricevere.
Quando tre volte il cerchio hai tracciato,
il male al di fuori è confinato.
Il tuo incantesimo è sigillato,
se con la rima lo hai legato.
Lo sguardo sereno, leggero il tocco,
ascolta molto e parla poco.
In Deosil, se la Luna sta crescendo,
la Runa delle Streghe vai cantando.
In Widdershins con la calante Luna,
del bando canta la Runa.
La Luna nuova onora,
baciando due volte la mano alla Signora.
Per avere buona Fortuna,
esprimi i desideri quando è Piena la Luna.
Se il vento del Nord porta tempesta,
abbassa le vele e in casa resta.
Se il vento dal Sud soffierà,
l'amore sulla bocca ti bacerà.
Se il vento dall'Ovest si è alzato,
non trova pace chi è trapassato.
Da Oriente il vento porterà
aria di festa e novità.
Nove ceppi nel calderone porrai,
veloce e piano li brucerai.
Il Sambuco sia l'albero della Signora,
non bruciarlo o maledetto tu sia ora.
Quando la ruota comincia a girare,
i fuochi di Beltane inizia a bruciare,
quando la ruota a Yule giungerà,
accendi il ceppo e il Cornuto regnerà.
Una pietra nella corrente è lanciata
da chi desidera verità svelata.
Dalla Signora tu sia benedetto,
se fiori e selva tratti con rispetto.
Quando è vera la tua necessità,
non badare all'altrui avidità.
Se con lo stolto il tuo tempo hai buttato,
fra i suoi amici sarai annoverato.
Alla Legge del Tre devi badare,
tre volte nel bene, tre volte nel male.
Quando la sfortuna ti segna
una stella blu sulla fronte disegna.
In amore sii sempre vero,
se vuoi che il tuo amante sia sincero.
Della Wicca il Rede è uno:
"Fai ciò che vuoi, finché non nuoce a nessuno!"


Incantesimo della barriera contro il male






"In un cerchio dove il male non può entrare
chiudo le streghe che solo il bene può salvare!"

Tredici Mete




TREDICI METE


Le tredici mete della strega racchiudono i principi dell’Arte Wicca e della stregoneria

Tredici sono le mete di strega
Un solo filo racchiude e le lega
Un solo cerchio le va a limitare
Concentrati adesso e stai ad ascoltare
Conosci te stessa per prima cosa
Comprendi l’Arte sin qui misteriosa
Sii disponibile ad imparare
Con molta saggezza usa il sapere
Il comportamento sia equilibrato
Ed il tuo parlare sia ben ordinato
E pure in buon ordine tieni il pensiero
Festeggia la vita con cuore sincero
E con la terra armonizza il tuo giro
Mangia più sano e correggi il respiro
Esercita il corpo con attenzione
Abitua la mente alla meditazione
Un’ultima meta hai da osservare
La Dea ed il Dio devi onorare.


Credo delle Streghe


La parola delle streghe adesso devi sapere,
segreti che nascondiamo nelle notti più nere
quando il buio era il sentiero del nostro destino
che ora portiamo nella luce del mattino.

Mistica acqua e fuoco misterioso,
la terra e l'aria del vento tempestoso
noi conosciamo per la nascosta quintessenza
e il segreto teniamo per la nostra conoscenza.

Cerchio magico, ciclo naturale,
con te godiamo e con la vita universale
il nascere e rinascere di tutta la natura
il placido passare di inverni e primavere.

Torna il Gran Sabba per quattro volte all'anno
e per prepararsi le streghe già sanno
si danza di Lammas, a Imbolc, Ostara
ad Halloween ch'è forse la festa più cara

A Marzo e Settembre c'è l'equinozio
A giugno e dicembre invece il solstizio
Per quattro volte le Streghe van fuori
a festeggiare  i Sabba Minori.

Tredici lune d'argento in un anno
Tredici membri in coven ci stanno
Tredici volte gli esbat si fanno
Per dodici mesi e un giorno che vanno.

Attraverso il tempo il potere passava
tra donna e uomo ed ognuno donava,
quando ogni secolo andava a finire
l'uno  nell'altro  insieme ad unire.

Quando il magico cerchio è tracciato
dal potere di spada o athame incantato,
in mezzo ai due mondi giace il suo raggio
e in terra di ombre comincia il suo viaggio.

E allora questo mondo non potrà sapere
quello che l'Altro non vorrà dire,
gli Dei più antichi sono invocati,
e i Riti Magici sono riusciti.

Due sacre colonne ci sono all'entrata
dei mondi sorreggon la porta innalzata;
due son le forze della natura
e doppio è l'aspetto divino in misura.

Il buio e la luce in continuazione
stan l'uno nell'altro in successione:
Dio e Dea saranno chiamati;
questi i concetti che ci hanno insegnati.

Cavalca di notte nel vento in tempesta
Signore del buio, il Dio Cornuto,
Di giorno è invece il re della foresta
e a lui tutte le piante ed il verde è dovuto.

E' giovane o vecchia, è come le pare,
tra nubi squarciate è il suo navigare,
a mezzanotte d'argento diventa
e come L'Anziana incantesimi inventa.
 
Maestro e Maestra di ogni magia
che state nell'animo e nella mente
per sempre immortali vi rinnovate
voi che potete e fate e disfate.
In onore agli Dei il calice alziamo,
nel loro nome amiamo e balliamo
finché a nostra Madre non ritorneremo
quando dal corpo ci separeremo.

Fai quello che vuoi, fai come ti va
fai con amore, se male non fa,
se questa regola si rispetterà.
l'antica Magia compiuta sarà.


COME DIANA DIEDE ALLA LUCE ARADIA


Diana amava molto suo fratello Lucifero, il dio del Sole e della Luna, il dio della Luce (Splendore),
che era molto orgoglioso della sua bellezza e che per il suo orgoglio fu scacciato dal Paradiso.
Diana ebbe da suo fratello una figlia, alla quale essi diedero il nome di Aradia.
A quel tempo c’erano sulla terra molti ricchi e molti poveri.
I ricchi rendevano schiavi tutti i poveri.
A quel tempo gli schiavi erano trattati crudelmente; in ogni palazzo c’erano torture, in ogni
castello prigionieri.
Molti schiavi scappavano. Fuggivano nelle campagne e diventavano ladri e briganti. Invece di
dormire la notte, tramavano la fuga, derubavano i loro padroni e poi li ammazzavano. Così
vivevano sulle montagne e nelle foreste come briganti e assassini, tutto per sfuggire alla schiavitù.
Diana disse un giorno a sua figlia Aradia:
É vero che sei uno spirito,
Ma tu sei nata per essere ancora
Mortale, e devi andare
Sulla terra e fare da maestra
A donne e a uomini che avranno
Volontà di imparare la tua scuola,
Che sarà composta di stregonerie.
Non devi essere come la figlia di Caino,
E della razza che è divenuta
Scellerata e infame a causa dei maltrattamenti.
Come Giudei e Zingari,
Tutti ladri e briganti,
Tu non divieni...
Tu sarai sempre la prima strega,
La prima strega divenuta nel mondo.
Tu insegnerai l’arte di avvelenare,
Di avvelenare tutti i signori,
Di farli morti nei loro palazzi,
Di legare lo spirito dell’oppressore.
E dove si trova un contadino ricco e avaro,
Insegnerai alle streghe tue alunne
Come rovinare il suo raccolto
Con tempesta, folgore e baleno,
Con grandine e vento.
Quando un prete ti farà del male,
Del male colle sue benedizioni,
Tu gli farai sempre un doppio male
Col mio nome, col nome di Diana,
Regina delle streghe...
Quando i nobili e i preti vi diranno,
Dovete credere nel Padre, Figlio
E Maria, rispondetegli sempre,
Il vostro dio Padre e Maria
sono tre diavoli...
Il vero dio Padre non è il vostro —
Il vostro dio — io sono venuta
Per distruggere la gente cattiva
E la distruggerò...
Voi altri poveri soffrite anche la fame,
E lavorate male e troppo,
Soffrite anche la prigione;
Però avete un’anima,
Un’anima più buona, e nell’altro,
Nell’altro mondo voi starete bene
E gli altri male...


Wicca


Chi timidamente evita la Tenebra, ottiene solo un sollievo temporaneo, fino al momento in cui la Tenebra stessa avanza e lo coglie quando è meno preparato! In principio la Grande Tenebra, Diana, su divise in due forze uguali ed opposte, notte e giorno. La notte dominata dalla Luna, Diana, mentre il giorno dal Sole, suo fratello Lucifero. La luna, prese le sembianze di un gatto, sedusse il Sole e dalla loro unione nacque una figlia, Aradia, la Regina di tutte le Streghe! Ognuno ha la propria religione, e quindi le proprie credenze, i cristiani credono in Dio, unico e onnipotente che ci osserva dall'alto dei celi; la religione delle streghe è la Wicca, essi credono negli Dei, credono nella madre Luna e nel padre Sole. I Wiccan credono che gli Dei siano sempre accanto a noi che si identificano con la natura. Gli Dei sono sempre con noi, in ogni istante della vita. La Wicca è una religione molto antica, una religione pagana, celebra la santità della Natura. I Pagani onorano il Divino in tutti i suoi aspetti, sia femminili che maschili, come parte di un tutto sacro. Cercano l'unione tra lo spirito e la Divinità armonizzandosi con la Natura, esplorando il proprio "io". I Pagani rispettano i diritti di tutti gli esseri viventi, rispettano la natura convivono con essa, la rispettano e la "custodiscono". Wicca è una parola inglese, deriva dall'inglese antico. La Wicca deriva dalla religione professata dai Romani, che era una religione pagana. Le religioni pagane sono molto antiche, esistevano ancora prima dell'arrivo del Cristianesimo.