La fata Morgana, conosciuta anche come Morgane, Morgaine, Morgan e altre varianti, è una popolare strega della mitologia celtica e delle leggende.
Nel ciclo arturiano, Morgana è un personaggio femminile; è sorella di Artù e nemica di Ginevra.
Nella tradizione del ciclo arturiano, Morgana era la figlia della madre di Artù, Lady Igraine, e del suo primo marito, Gorlois, duca di Cornovaglia; Artù (Arthur Pendragon), figlio di Igraine e di Uther Pendragon, era dunque suo fratellastro. Come donna celtica, Morgana ereditò parte della magia della Terra di sua madre. In Le Morte d'Arthur e altre fonti, ella è infelicemente sposata con Re Urien di Gore dalla quale avrà il figlio Ywain. Tenterà infatti di uccidere il marito credendo che l'amante di lei, Accolon sia riuscito ad uccidere Artù con Excalibur rubata.
Le teorie sulla maternità di Morgana rispetto al figlio Mordred sono due: la tradizione più antica afferma che questi sia figlio di Morgause, sorella di Morgana; una seconda teoria, influenzata dal romanzo Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e soprattutto dalla cinematografia, presenta Morgause come la donna che ha allevato fin dalla tenera età il piccolo Mordred, in realtà concepito da Morgana ed Artú durante le Nozze Sacre.
Morgana è una delle donne protagoniste della mitologia celtica.
Aveva la caratteristica di camminare in modo molto leggero, tanto da apparire sollevata dal suolo.
Secondo la tradizione Morgana sarebbe stata allieva di una "Dama del Lago" di nome Viviana che l'avrebbe accolta nell'isola e istruita nelle arti magiche e farla succedere a se stessa alla guida della comunità. Si parla di lei come una guaritrice ed una fata in grado di mutare forma a suo piacimento.
Diverse fonti citano anche Morgana come allieva di Merlino e, successivamente, sua rivale.
Secondo il mito,
Morgana è figlia di Igraine e di Urien, e sorellastra di Artù. La prima opera
letteraria nella quale appare la figura di Morgana è la "Vita
Merlini" di Goffredo di Monmouth, 1148, nella quale Morgen è una fata
guaritrice, che cura Re Artù, e che vive ad Avalon con nove sacerdotesse...
Un breve accenno alla figura di Morgana
era già presente nell'Historia
Britannicum, nella quale si narrava che Artù era stato curato
ad Avalon. Attorno al 1170 Morgana riappare in "Erec et Enide", in questo testo è sorella di Artù e fata guaritrice.
Benoit de Saint Marure la cita nel "Roman de Troie", 1160 e in "La Vulgata Lancelot" si dice di lei: "Verità fu che Morgana, la sorella di re Artù, era molto esperta di incantesimi e di sortilegi e più di tutte le donne; e per il grande impegno che ci mise lasciò e abbandonò la comunità della gente e soggiornava giorno e notte in foreste profonde e presso le fonti, cosicché molte persone, che erano molte nel paese, non dicevano che era una donna, ma la chiamavano Morgana la dea".
Con il passare del tempo la figura di Morgana andrà sempre più assumendo tratti negativi e da guaritrice diventerà traditrice e maga, caratteristica che le rimarrà addosso in tutta la letteratura cortese del XIII secolo.
La peculiarità della figura della fata nei romanzi del XII secolo era di abitare in un altro luogo e di poter curare il re ferito, mentre nel XIII secolo la caratteristica è quella di rapire gli uomini e farne suoi amanti.
La leggenda della fata Morgana
Al
tempo della conquista barbara uno dei re conquistatori arrivò in Calabria e si
trovò davanti un'isola meravigliosa con al centro una montagna che emanava fumo
e fuoco. Stava meditando su come fare per raggiungerla e conquistarla, quando
gli apparve una donna bellissima che gli disse: "Vedo che guardi quella
meravigliosa isola e ne ammiri le distese di aranci e ulivi, i dolci declivi ed
il suo magico vulcano. Io posso donartela se la vuoi." Era agosto, il mare
era tranquillo e neppure un alito di vento turbava la pace e la serenità del
luogo, l'aria era tersa e limpida e davanti agli occhi del re barbaro accadde
uno strano fenomeno: la Sicilia era vicinissima, si potevano vedere chiaramente
gli alberi da frutto, il monte che vomitava fuoco e perfino gli uomini che
scaricavano merci dalle navi. Il re barbaro si buttò in acqua sicuro di poterla
raggiungere con pochi passi. Mentre il re barbaro affogava, la fata Morgana
sorrideva.
Ancora
oggi si verifica questo strano fenomeno per cui, nelle giornate particolarmente
terse di agosto e settembre, la Sicilia sembra vicinissima alla Calabria e se
ne possono distinguere distintamente campi, case e colline; infatti la fata
Morgana non è altro che un fenomeno ottico che si ammira spesso nello stretto
di Messina e nell'isola di Favignana a causa di particolari condizioni
atmosferiche. Guardando da Messina verso la Calabria, si vede come sospesa
nell'aria l'immagine di Messina e, viceversa, guardando da Reggio Calabria
verso Capo Peloro, si vede nello stretto Reggio.
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