Nella
mitologia greca erano tre ninfe dell’acqua, Ligea, Leucosia e Partenope il cui
canto rappresentava un fattore arcano che attirava i marinai verso le loro
tombe marine.
Vivevano
su un’isola tra la dimora di Circe e Scilla, e sedevano su un letto di fiori
circondato dai cadaveri putrefatti dei naufraghi.
Quando
Ulisse fu costretto a passare davanti alla loro isola, fece chiudere le
orecchie dei suoi uomini con la cera, per impedir loro di ascoltare il canto
delle sirene.
Lui,
però curioso di conoscere le loro voci, si fece legare stretto a un albero
della nave. Quando gli Argonauti attraversarono lo stesso tratto di mare,
furono salvati dal canto di Orfeo, che vanificava il potere di quello delle
Sirene.
Le
tre sirene morirono gettandosi in mare quando fallirono nell’impresa di
attirare Ulisse, oppure Orfeo. Furono trasformate in rocce sommerse.
In
genere, gli antichi greci le raffiguravano come degli esseri orribili dalle
teste di donna o con la parte superiore del corpo di una donna, con la coda di
pesce.
In
epoca più recente, però, esse furono rappresentate come delle donne bellissime.
Talvolta
sono anche associate al culto dei morti, poiché si crede che trasportino i
defunti nell’oltretomba ed ecco perché sono presenti su molte tombe greche.
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