Nei tempi antichi chi operava
con le rune veniva sottoposto a lunghi periodi di addestramento. All'iniziato
si insegnava a sopravvivere in condizioni ostili e si fornivano sofisticate
istruzioni fisiche, spirituali e magiche.
Dalle leggende vichinghe, sappiamo
dei Berserker che andavano in battaglia senza paura, e non erano soltanto gli
uomini ad essere addestrati in questo modo: l'esercito di Harald (700 d. C.)
includeva donne guerriere chiamate "vergini degli scudi", tra cui le
più famose furono Visma e Heid. Sulle spade e sugli scudi erano incise rune a
scopo protettivo. Anche sulle lance venivano incise le rune, il che attribuiva
loro poteri magici.
La più famosa lancia antica è
la Rannja (Assalitrice) che fu ritrovata in una tomba di Dahmsdorf, nel Brandeburgo,
in Germania e risale al 250 d.C. Le rune successivamente si portavano su anelli
e armi di guerrieri per rappresentare l'eternità.
Oltre a capire il contesto
mitico delle rune, è importante studiarne il significato a livello materiale e
spirituale. La principale fonte di ispirazioni sul simbolismo runico è la
Poesia delle rune, poema anglosassone in cui ciascuna delle ventiquattro strofe
si riferisce ad una particolare runa. Tradotta dall'inglese antico al latino da
alcuni monaci tra l'VIII e l'XI secolo, la Poesia delle rune non fu resa nota
sino al XVIII secolo. Si ritiene che parte del contenuto pagano o precristiano
sia stato alterato per riflettere l'ideologia dell'epoca, ma, nonostante questa
manipolazione, la Poesia delle rune rispecchia il codice spirituale della
popolazione dell'Europa settentrionale.
Si pensa che la parola
"rune" derivi probabilmente dal termine gotico runa che significa
"sussurro segreto". Si applica a un gruppo di alfabeti nordici o
germanici che potrebbero essere stati elaborati inizialmente per scopi magici.
Oltre a essere associata al termine gotico runa, la parola "runa" si
ritiene derivi dal termine tedesco raunen, che può significare
"tagliare" o "incidere", e dal norreno run, che significa
"segreto".
Incise o scolpite nella pietra,
nel legno o in osso nei tempi antichi, le rune sono miticamente collegate al
dio nordico Odino, il quale si dice abbia acquisito la sapienza delle rune
rimanendo appeso per nove giorni e nove notti a Yggdrasill, "l'albero
della vita".
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