martedì 29 gennaio 2013

FENICE


Gli egizi furono i primi a parlare di “Bennu”, ovvero la Fenice.
Il suo aspetto era quello di un’aquila reale, con un piumaggio dal colore splendido, il collo color oro, le piume del corpo rosse e quelle della coda azzurre, con penne rosee, ali in parte oro e in parte in porpora, un lungo becco affusolato, zampe lunghe e due lunghe piume, una rosa e l’altra azzurra, che le scivolavano giù dal capo.


Molti storici si sono domandati se sia mai esistita la fenice… gli antichi la identificavano con il fagiano dorato, nella Bibbia è riconosciuta con l’ibis o il pavone, con l’airone rosato o quello cinereo, basandosi sul fato che gli egizi avevano l’abitudine di festeggiare il ritorno del primo airone cinereo sopra il salice sacro di Elaiopoli, considerato evento di buon auspicio, gioia e speranza. Quale simbolo del sole che sorge e tramonta, la Fenice presiedeva al giubileo regale. Ed essendo colei che ri-sorge per prima, venne associata al pianeta Venere — che appunto veniva chiamato "la stella della nave del Bennu-Asar", e menzionata quale Stella del Mattino nell'invocazione:
«Io sono il Bennu, l'anima di Ra, la guida degli Dei nel Duat [l'oltretomba]. Che mi sia concesso entrare come un falco, ch'io possa procedere come il Bennu, la Stella del Mattino.»
La fenice era anche considerata la manifestazione di Osiride risorto e veniva spesso rappresentata appollaiata sul Salice, albero sacro ad Osiride. Per questa stessa ragione venne riconosciuta quale personificazione della forza vitale, e, come narra il mito della creazione, fu la prima forma di vita ad apparire sulla collina primordiale che all'origine dei tempi sorse dal caos acquatico. Si dice, infatti, che il Bennu abbia creato sé stesso dal fuoco che ardeva sulla sommità del sacro salice di Eliopoli. Proprio come il sole, che è sempre lo stesso e risorge solo dopo che il sole "precedente" è tramontato, di Fenice ne esisteva sempre un unico esemplare per volta.
Per quanto riguarda la vita della fenice, si dice che essa viva per 500 anni, dopodiché, quando sente sopraggiungere la morte, si ritira in un luogo appartato dove costruisce un nido sulla cima di una quercia o di una palma. Qui accatasta ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intreccia un nido a forma di uovo grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagia, lascia che i raggi del sole la brucino e si lascia consumare dalle sue stesse fiamme mentre canta una canzone di rara bellezza.
Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emerge poi una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari fanno crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell'arco di tre giorni (Plinio semplifica dicendo "entro la fine del giorno"), dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, vola ad Elaiopoli e si posa sopra l'albero sacro.
La lunga vita della Fenice e la sua così drammatica rinascita dalle proprie ceneri, ne fecero il simbolo della rinascita spirituale, nonché del compimento della Trasmutazione Alchemica, processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana. Già simbolo della Sapienza divina (cfr. Giobbe 38 verso 36), intorno al IV secolo d.C. venne identificata con Cristo presumibilmente per via del fatto che tornava a manifestarsi 3 giorni dopo la morte, e come tale venne adottata quale simbolo paleocristiano di immortalità, resurrezione e vita dopo la morte.
La fenice, comunque, è un animale magico presente in tutto il mondo. Per i cinesi rappresentava il potere e la prosperità, ed era un attributo esclusivo dell'imperatore e dell'imperatrice, che erano gli unici in tutta la Cina ad essere autorizzati a portare il simbolo del Feng. Era la personificazione delle forze primordiali dei Cieli, e talvolta veniva rappresentata con la testa e la cresta di fagiano e la coda di pavone. Nel becco portava due pergamene o una scatola quadrata che conteneva i Testi Sacri, e recava iscritte nel corpo le Cinque Virtù Cardinali. Si dice inoltre che la sua canzone contenesse le cinque note della scala musicale cinese, e che la sua coda includesse i cinque colori fondamentali (verde, rosso, giallo, bianco e nero), e che il suo corpo fosse una mistura dei sei corpi celesti (la testa simboleggiava il cielo; gli occhi, il sole; la schiena, la luna; le ali, il vento; i piedi, la terra; e la coda, i pianeti). La fenice viene a volte dipinta con una sfera di fuoco che rappresenta il sole, ed è chiamato "l'uccello scarlatto": l'imperatore di tutti gli uccelli. Nato dal fuoco nella "Collina del Falò del Sole", vive nel Regno dei Saggi, che sta ad Est della Cina.
Per gli Indiani dell’India, invece la fenice ha ali e becco d'aquila, un corpo umano, la faccia bianca, ali scarlatte e un corpo d'oro. È uno dei supremi veggenti d'infinita coscienza.
In Giappone, la fenice è un'enorme aquila sputa fuoco dalle piume dorate e gemme magiche che ne coronano la testa, ed annuncia l'arrivo di una nuova era.

Nelle leggende ebraiche, la Fenice viene chiamata Milcham. Dopo che Eva mangiò il frutto proibito, divenne gelosa dell'immortalità e della purezza delle altre creature del giardino dell’Eden così convinse tutti gli animali a mangiare a loro volta il frutto proibito, affinché seguissero la sua stessa sorte. Tutti gli animali cedettero, tranne la Fenice, che Dio ricompensò ponendola in una città fortificata dove avrebbe potuto vivere in pace per 1000 anni. Alla fine di ogni periodo di 1000 anni, l'uccello bruciava e risorgeva da un uovo che veniva trovato nelle sue ceneri.

Si dice inoltre:
  • ... che la Fenice, dal momento che si crea da sé, non può avere alcun Maestro;
  • ... che, essendo un uccello unico (ne esiste soltanto una per volta), è un essere solitario;
  • ... che è ancora più solitario per via del fatto che non si riproduce;
  • ... che può vivere centinaia d'anni, ma sempre da sola, senza nessuno dei suoi simili;
  • ... che, pur essendo lo scopo della sua vita quello di riportare la felicità sulla Terra, lei stessa ha dovuto rinunciare alla sua felicità personale e alla possibilità di amare, dal momento che una Fenice non può avere un compagno. 

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