Gli Egizi ritenevano che fosse
necessario prepararsi già dalla vita terrena al viaggio nell’aldilà. Il Libro dei Morti conteneva le
istruzioni per il viaggio del defunto nella vita ultraterrena.
1. Una copia del Libro dei Morti poteva valere, per un
bracciante, il salario di sei mesi, quindi doveva risparmiare per molto tempo.
2. A meno che non fosse un ordine
speciale, lo scriba lasciava uno spazio bianco da completare con il nome del
futuro defunto.
3. La riduzione del testo era
spesso poco curata, con errori di ortografia e omissioni.
La guida per l’aldilà
I testi
che componevano
il Libro dei Morti venivano sepolti
insieme al defunto e lo avrebbero protetto e guidato nel suo viaggio nell’aldilà.
Karl Richard Lepsius, un egittologo tedesco, pubblicò la prima collezione
moderna di questi inni sacri, formule e istruzioni, nel 1842.
Gli scriba
compilavano e
copiavano i testi su rotoli di papiro. Essi comprendevano i Testi delle
Piramidi dell’Antico Regno, i Testi dei Sarcofagi del Medio Regno e altri
scritti. In seguito furono aggiunti inni al dio sole Ra. Nessun papiro giunto
fino a noi contiene tutti i 192 capitoli finora conosciuti. Completavano l’opera
raffinati disegni e illustrazioni.
Dopo
la pesatura del cuore
e il confronto del suo peso con quello di una piuma, il defunto proseguiva il
suo viaggio e affrontava le confessioni “negative” poste dai 42 giudici del
tribunale di Osiride, invocando così: “O tu, spirito dell’ombra che vieni dal
profondo, io non ho rubato”. Le istruzioni successive lo guidavano verso la
dimensione spirituale, suggerivano amuleti da indossare e fornivano indicazioni
per continuare a “vivere”.
Scritto da Andromeda
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