Gli
esperti le chiamano pietre organiche perché hanno origine animale o vegetale.
Come la perla, che nasce dall’ostrica, o l’ambra, che è una resina fossile di
piante antichissime.
Perle
di fiume
Con questo nome si indicano le perle coltivate in acqua
dolce anziché in quella salata. La tecnica con cui vengono ottenute è diversa ,
perché sono diversi i frammenti che si inseriscono nella conchiglia
dell’ostrica. Per questo hanno una forma irregolare: sono simili a grossi
chicchi di riso. Esistono, ma sono molto rare, anche le perle di acqua dolce
naturali. Da qualche decennio, sono state messe sul mercato perle di acqua
dolce più grandi, ottenute inserendo nell’ostrica una perla coltivata di
quattro millimetri di diametro.
Occhio
alle imitazioni
L’unico modo per scoprire se la vostra collana è di vetro
o di plastica, anziché di perle di acqua dolce, è rivolgersi a un laboratorio
specializzato che farà delle radiografie.
Il valore delle cosiddette perle di fiume è più basso di
quello delle perle tradizionali. Inoltre i costi si sono abbassati dal fatto
che in Cina questo genere di perle viene prodotto in grandi quantità e a costi
molto bassi.
Le perle
si possono sbucciare?
A volte capita che la superficie esterna si scalfisca e
che si stacchino piccole schegge. Succede se le perle sono coltivate. A volte
il manto perlaceo non cresce uniforme e restano piccole “sbavature” che, col
tempo e l’uso, si staccano, portandosi dietro lo strato esterno della perla. Affidatele
a un laboratorio specializzato: si possono restaurare con un peeling.
Inserto Donna Moderna di Rossana Cavaglieri e Anna Scarano
(Scritto
con la consulenza di Luigi Galvani, gemmologo dell’Istituto gemmologico
italiano, Paola Settepassi, titolare della gioielleria Faraone di Milano e
Margherita Superchi del Cisgem).
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