Dal latino cappellus
La concentrazione
dell’energia spirituale
Proteggendo la testa, e riproducendo la volta celeste,
il cappello, secondo le diverse tradizioni, deve essere tolto o, al contrario,
tenuto sulla testa nei luoghi sacri, per permettere la penetrazione
dell’energia spirituale o come segno distintivo dell’appartenenza religiosa. A
eccezione del dio scandinavo Odino, che, quando viene rappresentato come un
viandante, porta un cappello a larghe tese o di Ermes, dio greco che calza un
copricapo alato, le divinità sono spesso rappresentate a testa scoperta,
traduzione visiva del loro irraggiamento spirituale che non può essere
contenuto e che si riversa generosamente sul mondo. Talune divinità portano un
casco, simbolo di protezione o di potere magico, ma la maggioranza ha in capo
una corona, segno della loro sovranità assoluta. Nella lettura psicoanalitica,
il cappello riveste un significato sessuale, specialmente nei sogni. Dato che
ricopre la testa, è paragonato al preservativo e fa allusione al desiderio di
non riprodursi.
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