Orrende
megere, davanti al calderone, intente a preparare filtri ed orrendi malefizi…
ma sarà poi vero?
La visione storica
La strega è una figura più vecchia del
Cristianesimo. Chi non ricorda la maga Circe raccontata dai greci, la splendida
donna che trasformava in porci i compagni di Ulisse, o la Medea di Euripide? Ma
andiamo ancora più indietro nel tempo. Il poeta romano Ovidio chiamava strix
un grosso uccello con la testa grande, due occhi fissi, il becco e gli
artigli da rapace e le penne chiare. È un uccello notturno che assomiglia a un
gufo, capace, secondo certe credenze, di penetrare nelle case, protendere gli
artigli verso le culle per afferrare i bambini e succhiarne il sangue. Vi era
un modo, però, per tenerli lontani: veniva usata una pianta magica, l'aglio che
era diffusissimo nella medicina popolare, per combattere veleni e malefici. Dal
nome latino di questa creatura orrenda deriva il vocabolo medievale di stria
che indica ancora oggi animali come la civetta o il barbagianni, simboli
inquietanti di un mondo oscuro e impenetrabile. Dal plurale di strix nasce
il nome di strega, donna malefica che si trasforma nell'uccello mostruoso che
succhia il sangue degli umani sorpresi nel sonno. Si racconta che le streghe
fossero capaci di trasformarsi in animali, grazie alle loro doti magiche.
Questa convinzione popolare che le streghe riuscissero ad assumere sembianze di
vari animali deriva probabilmente dall'uso delle Baccanti, adepte del
dio orgiastico Bacco, di travestirsi con pelli di animali come gatti, lupi e
uccelli notturni, ecc... durante i loro sabba. Un'altra caratteristica di
queste streghe dell'antichità è la pratica del cannibalismo: già da Orazio si
pensava che le streghe fossero cannibali e conseguentemente tra le popolazioni
germaniche si ritrova la credenza delle streghe divoratrici di carne umana.
Tutto ciò serve a dimostrare che la stregoneria non è nata nel Medioevo e che
le sue origini non possano essere del tutto attribuite all'influenza della
Chiesa. Fin dall'antichità comunque le streghe venivano da tutti considerate
donne di natura perfida, su questo tutti erano concordi. Esse erano delle donne
dall'aspetto orribile, coltivavano arti magiche, erano capaci di gettare
malocchio o di fare fatture oltre che possedere la capacità di predire la sorte
e preparare filtri d'amore.
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